LETTERA APERTA ALL’ASSESSORA ALLE PARI OPPORTUNITÀ’ SARA FERRARI

Cara Assessora,
sa bene che abbiano a cuore le Pari Opportunità almeno quanto Lei. Per questo siamo preoccupati/e all’idea che l’Ufficio che se ne occupa venga spostato da un’Agenzia ad un’altra, entrambe con competenze settoriali. Non vogliamo ora addentrarci in questioni di metodo sulla possibilità di attribuire o meno competenze sulle Pari Opportunità ad un’Agenzia che per legge si occupa di lavoro. Ciò che ci interessa, è il merito della questione. Le politiche di Pari Opportunità sono un tema nodale nella nostra società e sono poste a fondamento della nostra Repubblica con il secondo comma dell’articolo 3 della Costituzione. Pari Opportunità significa ridurre la disuguaglianza che di fatto esiste tra donne e uomini, neri e bianchi, omosessuali e eterosessuali, poveri e ricchi, disabili e normodotati. Una riflessione su un allargamento delle azioni delle Pari Opportunità, delle politiche di inclusione e antidiscriminatorie andrebbe fatta, anche in vista della definizione del futuro programma elettorale. Perché non immaginarsi un futuro dipartimento delle Pari Opportunità che gestisca direttamente alcune azioni, soprattutto culturali, e che si interfacci con gli altri dipartimenti per dare impulso, coordinare, supervisionare e verificare gli interventi volti a ridurre le disuguaglianze e rendere la società più inclusiva? Come farlo, se non incardinando l’Ufficio al di fuori di specifici settori d’interesse? Già oggi ci troviamo con una legge che limita le politiche di Pari Opportunità alle sole questioni di genere, perché limitare ulteriormente il campo d’azione al solo tema del lavoro? I percorsi di educazione di genere, il contrasto all’omotransfobia che fine faranno? Perché inserirli forzatamente all’interno di un organismo che per legge si occupa di altro? Non avrebbe più senso incardinare le Pari Opportunità sotto la Direzione Generale, come avviene a livello nazionale, dove sono collocate presso la Presidenza del Consiglio? La questione non è di poco conto. Se davvero riteniamo il tema della Pari Opportunità cruciale  e non una competenza residuale, come spesso accade, allora la collocazione dell’Ufficio che se ne occupa ha una forte valenza politica. Metterlo al centro, sotto la Direzione generale, significa rilanciarne l’azione e svincolarlo da politiche settoriali che ne ridurrebbero la portata. Una Provincia che ha bocciato il ddl sulla doppia preferenza di genere e quello contro l’omotransfobia si meriterebbe di veder rimesso al centro il tema delle Pari Opportunità da tutta la Giunta. E se il centro – leggasi Direzione Generale -fosse precluso per motivi che non ci è dato sapere, almeno si pensi al Dipartimento Cultura. In fondo il tema delle Pari Opportunità è innanzitutto culturale e un incardinamento di questo tipo è già stato attuato nel Comune di Trento. Non approfittare dello spostamento dell’Ufficio per le Pari Opportunità per renderne centrale  l’azione, crediamo sarebbe un’occasione persa. Per questo Le chiediamo la sospensione della delibera e un incontro per ragionare assieme sulla soluzione migliore da percorrere per dare dignità e rilanciare l’azione delle Pari Opportunità.

Zanella, Loro, Alotti