15 ottobre 2017 – Corriere del Trentino

 Muse, la carica dei precari Con un bando pubblico esternalizzati ottanta lavoratori.

Non occorrono giri di parole. Il Muse è uno dei fiori all’occhiello del panorama culturale trentino. «Ed è una vergogna — come osserva Maurizio Valentinotti (Fenalt) — che sia tenuto in piedi dal 60% di personale precario». Il precariato, tuttavia, non è la sola preoccupazione che affligge i lavoratori del museo delle scienze: si parla anche di «straordinari prolungati, scarsa fruizione di ferie e processi riorganizzativi interni poco compresi». È per portare alla luce i problemi di stress-lavoro correlato che Cgil, Cisl e Fenalt hanno indetto per domani un’assemblea per tutto il personale. Un incontro al quale, tuttavia, non parteciperà la Uil, sindacato largamente maggioritario fra i lavoratori di corso del lavoro e della scienza: «Sul tema si sarebbe potuta fare un’informativa — sostiene Silvia Bertola — e dedicare l’assemblea a questioni più importanti, come l’imminente esternalizzazione dei pilot, i collaboratori per lo svolgimento di attività educative e per il pubblico».

Il bando di gara per l’affidamento dei servizi a supporto della visita nelle sale, per le attività educative di laboratorio e in aula ma anche per altre mansioni, dalla biglietteria al Muse shop, è infatti aperto: venerdì sarà l’ultimo giorno utile per la presentazione delle offerte, lunedì è già fissata la prima seduta di gara. «I lavoratori che svolgono queste attività (i pilot appunto, un’ottantina, ndr) saranno assorbiti dal nuovo soggetto, ma si tratta di una fase di passaggio delicata che occorre gestire — chiosa Bertola — anche la partita del disegno di legge sulla riforma della cultura è aperta: un emendamento dell’ultima ora pare prevedere che il personale dei musei, invece di essere gestito dagli enti funzionali stessi come accade adesso, passi alle dipendenze della Provincia. La preoccupazione è che la situazione attuale venga completamente snaturata e che i lavoratori non siano adeguatamente tutelati: dovremo capire se e cosa potrebbe cambiare». Per questo Bertola, assodato che «il tema dello stress lavoro correlato è sicuramente importante», avrebbe preferito indire un’assemblea in un altro momento e su altri temi. «Per dare il giusto peso alle cose» spiega.

Per gli altri sindacati, invece, quello di domani è un «momento di partecipazione democratica e trasparente» organizzato «per far emergere i problemi reali dei lavoratori». Istanze che il loro rappresentante per la sicurezza raccoglierà e porterà al tavolo dei tecnici che si accingono a realizzare un’indagine per rilevare il grado e i fattori di stress all’interno del museo. «Per la seconda volta nel giro di quattro anni — sottolinea Valentinotti — l’amministrazione si rende conto, dunque, che la situazione è particolare».

«Sono stati anni frenetici per il Muse, si è trattato di avviare un’iniziativa eccezionale per il Trentino — prosegue il sindacalista — questo ha portato i lavoratori ad accumulare elementi di affaticamento e stress, dovuti non solo a straordinari prolungati e scarsa fruizione di ferie, ma anche alla difficoltà di rapportarsi con chi dirige. C’è stata, inoltre, una riorganizzazione poco compresa dal personale che ha generato confusione e stress nella definizione dei ruoli. Non giova, infine, nemmeno l’alta percentuale di precariato».

Scarica il pdf: muse ART 151017