3 novembre 2017 – Corriere del Trentino
Riduzione degli esuberi in Sait?
Priorità alle necessità dell’azienda Scelte sulla mobilità, in secondo piano anzianità e carichi familiari. Sindacati cauti
Per abbassare il livello di licenziamenti al Sait — rispetto all’apertura della mobilità di 116 su 572 addetti —, l’azienda chiede che ci sia un accordo con tutte le sigle sindacali che metta al primo posto fra i parametri da rispettare le esigenze aziendali. Questa possibilità di «avere le mani libere» da punto di vista del recupero di produttività, dovrebbe avere maggiore importanza rispetto ad anzianità e carichi familiari. I sindacati non si sbilanciano, vogliono vedere se si troverà un equilibrio soddisfacente.
L’incontro di ieri arriva dopo le tensioni intersindacali sfociate la scorsa settimana: mentre Filcams Cgil manifestava al Comune di Trento, ottenendo un ordine del giorno di solidarietà, i delegati di Uiltucs e Fisascat Cisl incontravano i vertici aziendali, ottenendo un’apertura sulla possibilità di ridurre i 116 esuberi. Per evitare il protrarsi di questo gelo fra le sigle, evidentemente controproducente sul tavolo della trattativa, martedì i segretari confederali Franco Ianeselli (Cgil), Lorenzo Pomini (Cisl) e Walter Alotti (Uil) hanno convocato i segretari delle categorie del terziario, per vedere di farli ragionare. Per ora non pare che ci siano enormi passi in avanti, ma ci si sta lavorando.
Ieri la riunione è iniziata un po’ in salita per la Filcams Cgil. Nella prima parte è stata data la parola a Valeria Podrini, responsabile del Sol della Cgil, che ha intervistato negli scorsi 4 mesi circa 80 lavoratori Sait in cassa integrazione e non, per raccoglierne i desiderata in tema di formazione per chi dovrà lasciare l’azienda. Il direttore del Sait Luca Picciarelli però ha deciso di non ascoltarla, abbandonando il tavolo. «Un atteggiamento arrogante — commenta il segretario Filcams Roland Caramelle —, inqualificabile. Il presidente Renato Dalpalù è rimasto e ha preso nota, ma la maniera di porsi di Picciarelli indispone».
Dopo molte sollecitazioni l’azienda ieri ha fornito dati riguardo alla movimentazione dei colli (in magazzino) da parte dei lavoratori a tempo determinato e della cooperativa Movitrento, a cui esternalizzato parte del lavoro. Si cerca di rispondere alla domanda se il Sait intenda licenziare personale fisso e di sostituirne le prestazioni con la coop esterna. Per Caramelle i dati non sono esaustivi, lo stesso vale per il segretario della Fisascat Lamberto Avanzo, che però nota: «Al momento non emergerebbe una sostituzione di lavoro coin esternalizzazioni, ma abbiamo bisogno di altri dettagli». I sindacati chiedono anche di sapere qual è la disponibilità di budget complessiva per la formazione e il sostegno di chi verrà licenziato.
Rispetto all’abbassamento degli esuberi, l’azienda non ha confermato la cifra di 40 «salvati» su 116. In realtà la «limatura» sarebbe minore e soprattutto vincolata a diversi criteri di scelta. La mobilità tiene conto per legge in primo luogo dei criteri di anzianità e di carico familiare. Solo se si metterà, con l’assenso di tutti i sindacati, al primo posto la produttività correlata al criterio tecnico organizzativo e/o produttivo aziendale, il Sait sarà disposto ad abbassare un po’ quota 116. Avanzo ragiona così: «Bisogna vedere se si trova un equilibrio rispetto al disegno complessivo». Va capito se il gioco vale la candela.
Un capitolo a parte merita il ruolo di Federcoop, che dovrebbe cercare di distribuire gli esuberi su altre cooperative. Walter Largher (Uiltucs) sottolinea che al tavolo non c’è ancora nessuno però di Via Segantini. «Ci viene detto che le coop sono riluttanti a fornire posti e che magari occasioni ce ne sono, ma distanti da Trento. Però se tracciamo un ipotetico cerchio con un raggio di 30 chilometri dal Sait, possiamo contattare le coop dell’area e chiedere loro di quali professionalità avranno bisogno fra un anno e mezzo, a fine ammortizzatori. Con le idee più chiare si può impostare una formazione efficace, mirata, coinvolgendo anche la loro società Formazione Lavoro». Per ora però non ci sono molte aperture e il tempo passa. Prossimo incontro l’8 novembre, per un accordo con i sindacati che va trovato entro il 20. Altrimenti poi si passa al Servizio lavoro, con 30 giorni a disposizione, fino a Natale.
Scarica il pdf: Sait ART 031117
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