21 novembre 2017 – Trentino, Corriere del Trentino
Fezzi a Olivi: non accettiamo ultimatum
La Cooperazione difende gli esuberi. Intanto Dalpalù prova a mediare con i sindacati: «Sempre disponibili a trattare»
«Caro assessore, sulla vicenda Sait non accettiamo bacchettate da un esponente di primo piano della politica, tanto meno con un intervento inopportuno per tempi e contenuti». Non ha usato mezzi termini ieri il presidente della Cooperazione, Mauro Fezzi, nel replicare alla presa di posizione dell’assessore all’industria Alessandro Olivi. Fezzi ha inviato al Trentino un lungo intervento (che pubblichiamo integralmente in questa pagina) per sottolineare il ruolo solidale della Cooperazione, ma anche per rivendicare il fatto che all’interno del movimento cooperativo si possa parlare anche di produttività: «È evidente che il tema rappresenta ancora un tabù per qualcuno, ma noi riteniamo invece che il dibattito sulla produttività sia legittimo, per raggiungere l’efficienza necessaria ad ogni impresa per stare sul mercato, cooperativa o no».
Oggi la trattativa riprenderà nel pomeriggio con un nuovo incontro tra sindacati e i vertici del Sait. Al tavolo ci saranno i rappresentanti di Fisascat Cisl e Uilt Tucs, ma anche i delegati interni della Filcams Cgil che aveva interrotto la trattativa venerdì scorso. I sindacati sono tutti d’accordo nel considerare eccessivo il numero di 116 esuberi individuati da Sait, ma Cisl e Uil sarebbero disponibili a discutere dell’aspetto “produttività” con l’obiettivo di abbassare il numero di esuberi almeno sotto le cento unità. Muro, invece, della Cgil, ferma sui criteri indicati dalla legge sui licenziamenti collettivi: carichi familiari, anzianità di servizio ed esigenze aziendali. Ci saranno margini per la ripresa della trattativa prima di tentare l’ultima carta di fronte al servizio lavoro provinciale nel ruolo di mediatore? Se lo augurano i vertici del Sait, con l’obiettivo di discutere dei criteri partendo però da alcuni punti fissi: «Trattare ha detto il presidente Renato Dalpalù significa che ciascuno è disponibile a rinunciare a qualcosa, senza porre diktat. E senza mettere in campo atteggiamenti ostruzionistici o dilatori».
«Sait è una azienda che opera in un mercato concorrenziale e vive anche di reputazione» aggiunge il direttore generale Luca Picciarelli. «La pesante denigrazione operata anche attraverso la stampa in particolare da una sigla sindacale non va certo incontro alla volontà di raggiungere un accordo. Piuttosto, leggiamo in questo atteggiamento un’occasione di affermazione di rapporti di forza fra organizzazioni sindacali, che sembra non tenere in alcun conto i risultati dell’azienda. Il tema della produttività è centrale: nessuno vuole sovvertire i criteri di legge, ma nemmeno dimenticare che la produttività è il fine dell’operazione. Quanto allo spirito cooperativo, il Sait è una cooperativa ma anche un’impresa, che sta facendo bene la cooperativa (servizio ai soci e al territorio) meno bene l’impresa (scarsa produttività); la nostra ambizione è curare ciò che va male, non ciò che stiamo facendo anche troppo bene. Inoltre il Sait è un Consorzio, che non può che ribaltare sulle Famiglie Cooperative, quindi sui consumatori, costi e ricavi: ogni costo eccedente quello di una gestione efficiente è un inutile aggravio del prezzo di vendita dei nostri prodotti. Quanto alle scelte gestionali passate, le critiche alle modalità organizzative del Sait (raccomandazioni, deficit dirigenziali ecc.), ancorché scarsamente fondate, sono eventualmente una ragione di più, non una di meno, per riorganizzare il Consorzio» afferma ancora Picciarelli.
«Chiarito ciò, siamo pronti a riprendere la trattativa, ad ampio raggio, purché sotto la guida del senso di responsabilità, da un lato, e del rispetto della controparte, dall’altro» conclude Dalpalú.
Scarica il pdf: Sait ART 201117
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