Proposta UIL: aprire il patto generazionale anche nel pubblico per creare nuovi posti di lavoro per giovani e precari 20/11/2013
Agevolare l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro mediante il cosiddetto patto generazionale, una delle misure contenute nel piano provinciale del lavoro della Provincia Autonoma di Trento, applicandolo non solo al settore privato, ma anche pubblico.
La UIL è fortemente convinta che si debba operare tutti insieme per dare attuazione al patto generazionale, nel privato ma anche nel pubblico impiego. Per renderlo operativo, è necessario modificare la normativa provinciale che riserva questa misura dell’Agenzia del lavoro esclusivamente ai lavoratori del settore privato, in analogia con quanto sta avvenendo nella Provincia Autonoma di Bolzano. Nel settore pubblico, riteniamo, ci sarebbero tutte le condizioni per attuarlo, anche tenendo conto del processo di riorganizzazione avviato, che punta ad un miglioramento dell’efficienza degli Enti Pubblici in Trentino e della necessità di contenere i costi del personale. In particolare, proponiamo di partire in tempi brevi con una sperimentazione che apra ai lavoratori e alle lavoratrici delle Case di Riposo pubbliche (APSP) la possibilità di aderire alla staffetta generazionale, per venire incontro alla difficoltà delle lavoratrici vicine alla pensione. Infatti, è difficile continuare a svolgere a tempo pieno un lavoro faticoso e usurante come quello dell’assistenza agli anziani. Cosa consentirebbe il patto generazionale? In concreto, i lavoratori e le lavoratrici di età non inferiore ai 50 anni e a non più di tre anni dal raggiungimento della pensione, potrebbero volontariamente ridurre il proprio orario di lavoro di una quota compresa tra il 25% e il 50%. Lo stipendio verrebbe decurtato di conseguenza, ma la riduzione non avrebbe effetto sui contributi previdenziali, che continuerebbero ad essere versati sull’orario pieno. La differenza, infatti, sarebbe coperta dal contributo dell’Agenzia del Lavoro di 7.000 euro pro capite. Contestualmente l’Ente è tenuto ad assumere dei giovani lavoratori per coprire la differenza di orario, avviando così quel ricambio generazionale finora scarso, indispensabile in qualunque azienda/ente, per innovare e far entrare energie nuove. Questa operazione, quindi, offrirebbe concrete possibilità occupazionali per i giovani disoccupati che, anche in Trentino, trovano grosse difficoltà ad inserirsi nel mercato del lavoro. Grazie alla staffetta generazionale si riuscirebbe, inoltre, ad attuare un concreto passaggio di competenze tra generazioni, realizzando un affiancamento che spesso non è possibile. Crediamo, pertanto, che si tratti di un’opportunità positiva, che potrebbe portare vantaggi sia ai lavoratori sia alla funzionalità degli Enti. Auspichiamo, inoltre, che si possa in prospettiva estendere la staffetta generazionale a tutti gli altri settori del pubblico impiego in Trentino (Provincia Comuni e Comunità Scuola e Sanità), tenendo conto del fatto che, a causa del blocco delle assunzioni, l’aumento dell’età media dei lavoratori in molti Enti è un dato preoccupante.
Chiediamo, quindi, al Presidente della Provincia Autonoma di Trento di prendere in esame in tempi brevi l’ipotesi di estendere ai lavoratori pubblici la normativa sui patti generazionali.
Il Segretario Generale | La Segretaria Provinciale |
UIL del Trentino | UIL FPL Enti Locali |
Walter Alotti | Silvia Bertola |
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