04 luglio 2018 – Corriere del Trentino

Permessi di soggiorno in ritardo
Incontro fra questore e sindacati D’Ambrosio: «Problema di organico». Ianeselli: «Cerchiamo una soluzione»

Una prima occasione per discutere delle ragioni che stanno alla base delle tempistiche oltremodo dilatate nel rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno da parte della Questura di Trento sarà l’incontro tra il questore Massimo D’Ambrosio e i sindacati confederali, fissato in agenda domani a mezzogiorno. I sindacati intendono sedersi al tavolo per chiarire le motivazioni di questi ritardi burocratici che impattano su diversi aspetti della vita di lavoratori, studenti e famiglie di stranieri che si trovano in Trentino. Un confronto da cui possa avere inizio un tentativo di risoluzione.
Per colpa di questi ritardi, infatti, le persone interessate «incontrano difficoltà notevoli», spiega il segretario di Cgil del Trentino Franco Ianeselli. Per ottenere un permesso di soggiorno a Trento, è necessaria un’attesa anche di otto mesi. In alcuni casi eclatanti fino a un anno. Un iter che per norma dovrebbe avvenire entro il termine dei 60 giorni. «È un andamento comune a tante altre realtà, non solo a Trento», interviene il questore D’Ambrosio.
Nel capoluogo trentino, però, la situazione è più critica che da altre parti. Lo rende evidente un confronto con i commissariati delle realtà vicine, Rovereto e l’Alto Garda, in cui i periodi di attesa sono di molto inferiori. Ci si chiede quindi il perché di tempi così dilatati. Un problema di organico? «È un problema sicuramente anche di organico», conferma D’Ambrosio.
I sindacati confederati avevano chiesto un confronto con il questore per discutere di questa criticità già nel mese di maggio. «Non tanto per fare polemica — chiarisce Franco Ianeselli — ma proprio per capire perché ci sono questi problemi e sollecitare la loro risoluzione. Andiamo con l’intento di risolvere la questione perché è diventata pesante». Il problema riguarda infatti 29.000 permessi di soggiorno. Intere famiglie — neonati, anziani e disabili inclusi — che senza un permesso di soggiorno valido, vedono la propria libertà di movimento al di fuori del territorio nazionale del tutto limitata. Una restrizione che spesso ha anche delle ripercussioni economiche, quando chi non può contare su un permesso di soggiorno valido è costretto a rinunciare alla ricerca di un lavoro o a non poter accettare impieghi che prevedono l’uscita dall’Italia.
Da sottolineare che non si parla di richiedenti asilo, di migranti in attesa di capire se le porte d’Europa si apriranno e neppure di immigrati irregolari. Si tratta di cittadini stranieri che lavorano in Trentino magari da anni e che, ad ogni scadenza del permesso di soggiorno, restano per mesi sospesi . Il caso forse più paradossale riguarda i permessi per studio. La loro durata è di un anno, ma gli studenti stranieri dell’Università di Trento se li vedono rilasciare quando mancano poche settimane alla scadenza e già si devono riattivare per una nuova richiesta.

Scarica il pdf: Soggiorno ART 040718