17 luglio 2018 – Corriere del Trentino
Newco, gestione unica. Ma tariffe più alte
Trento e Rovereto, ecco il piano industriale realizzato da Agenia: oggi il confronto a Palazzo Thun Sindacati preoccupati. Tancredi (Uiltec): «Il progetto deve tutelare i lavoratori. No alle gare»
La parte che probabilmente interesserà di più i consiglieri — ma soprattutto i cittadini — di Trento e Rovereto è lasciata alla fine del piano industriale. Sintetizzata in una tabella a due colonne: da una parte i punti di forza della costituzione di una newco per la gestione del servizio idrico delle due città, dall’altra i punti di debolezza. Con alcune voci che saltano all’occhio. Partendo dai primi, la costituzione della società in house — scrivono i consulenti della società Agenia — avrebbe, tra i vantaggi, una «unitarietà patrimoniale e gestione nella newco», ma anche «maggiore patrimonializzazione della società, con conseguenti vantaggi di “bancabilità” del piano industriale da parte degli istituti di credito» e «partecipazione diretta dei Comuni alle strategie aziendali». Senza contare il punto a favore di un «potenziale allargamento del bacino di utenza da servire e conseguimento di tendenziali economie di scala in caso di aggregazione dei servizi relativi ad altre realtà locali». Ma ci sono i punti deboli. Che non sono irrilevanti. Almeno per le tasche dei cittadini. La società in house, infatti, porterebbe «tariffe più elevate, almeno per il servizio idrico, in ragione del riconoscimento in tariffa del costo del capitale investito che andrebbe a finanziare gli oneri finanziari da corrispondere agli enti finanziatori». Concretamente, secondo le simulazioni dei consulenti, la spesa media per il servizio idrico di una famiglia di tre componenti, nel capoluogo, aumenterebbe del 19%. Vale a dire di circa 40 euro all’anno. Mentre a Rovereto l’aumento sarebbe del 17%, ossia circa 28 euro all’anno.
Ma tra i punti di debolezza c’è anche la «necessità di un rilevante esborso iniziale da parte della newco per il riscatto delle reti e degli impianti, anche nell’ipotesi che sia finanziato al 75% dagli istituti bancari e al 25% dai Comuni soci». E qui l’argomento principale rimane l’acquisizione della rete idrica di Trento, con una stima che, nel piano industriale, sfiora i 36 milioni.
Trento e della commissione bilancio di Rovereto, riunite in seduta congiunta per l’occasione (saranno presenti anche i due sindaci Alessandro Andreatta e Francesco Valduga). Un primo passaggio per riprendere le fila di una questione che si trascina ormai da anni.
E ad assistere alla riunione ci saranno anche i sindacati, che già sei anni fa si erano mobilitati. «Seguiremo i lavori — spiega Alan Tancredi della Uiltec — e, ancora una volta, ribadiamo che le gare non ci interessano: ci interessa un progetto in cui possano venire tutelati la forza lavoro e i salari. E chiediamo ai politici massima attenzione a questi temi». Tre i nodi cruciali, secondo Tancredi: «In primo luogo la società in house, quindi il costo dell’acquedotto del capoluogo e, infine, la partita del servizio di igiene urbana nei Comuni della Vallagarina». Un aspetto, quest’ultimo, che secondo il sindacalista non è di poco conto. La prospettiva, però, è ancora più ampia. Secondo Tancredi, infatti, si potrebbe allargare lo sguardo. E valutare, eventualmente, «la creazione di un’unica società per acqua e rifiuti in grado di servire tutta l’asta dell’Adige».
Scarica il pdf: Newco ART 170718
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