La UIL chiede una nuova legge di edilizia abitativa sociale, per far fronte all’emergenza casa. In Trentino fiammata degli sfratti esecutivi e dei costi dell’abitazione +4,7% su base annua, contro una media nazionale del +2,8% e di +3,6% a Bolzano.

 

La UIL lancia l’allarme relativamente all’escalation delle procedure di sfratto esecutivo per morosità in Trentino, che dai dati 2017 pubblicati dal Servizio Aree Urbane casa della UIL nazionale, forniti dall’Ufficio Centrale di statistica Ministero dell’Interno, si sono incrementate del 16,41% , in controtendenza rispetto al resto d’Italia dove sono generalizzate le riduzioni sia delle emissioni dei provvedimenti di sfratto, che le richieste di esecuzione degli sfratti stessi. Le esecuzioni sono percentualmente maggiori solo in provincia di Bolzano (25,25%), e Valle d’Aosta (+18,75%).

In Trentino incide fortemente sul fenomeno della morosità, oltre al costo degli affitti (+6,3% nel 2017) quello dei costi vivi dell’abitazione (acqua, luce, riscaldamento, energia) che ha avuto una impennata percentuale del + 4,7% in provincia, su base annua, contro una media nazionale del +2,8% e del +3,6 % a Bolzano.

 

Un’emergenza, quella della casa, che porta la Uil a chiedere una rivisitazione in Trentino della relativa strategia politica, con particolare riguardo all’edilizia pubblica sociale e quindi l’abrogazione della “legge Dalmaso”, risalente al lontano 2005. Ed a interrogare le forze politiche sulle loro proposte e programmi riguardo a questo tema, concreto e scottante, che riguarda tante famiglie.

 

Infatti, nonostante la situazione del mercato offra buone condizioni per l’acquisto e le ristrutturazioni (in Trentino supportate anche dalle misure pubbliche di incentivo all’acquisto ed alla ristrutturazione delle abitazioni), sempre più trentini optano per una soluzione flessibile come l’affitto, un fenomeno già affermato a livello europeo che va affermandosi anche in Italia, per via della crisi economica e per il cambiamento dello stile di vita e condizioni lavorative dei cittadini anche residenti nella nostra provincia.

 

Rimane peraltro assolutamente enorme e bloccato il numero di alloggi privati sfitti, una situazione scandalosa che la UIL ha rimarcato più volte nel tempo e per la quale non si parla più del Fondo di garanzia per l’affitto, proposto dal sindacato, varato un paio di anni fa e finito nell’oblio, per inspiegate complicazioni burocratiche, unico strumento annunciato, ma appunto mai decollato, per rimettere sul mercato i tanti alloggi sfitti dei sempre più cari locatori privati.

 

Per la UIL del Trentino le soluzioni nella nostra Provincia non possono passare solo per l’estensione della platea dei beneficiari dell’integrazione canone delle locazioni private, misura richiesta dal Sindacato unitariamente ed accolta dalla Giunta anche in questa Legge di Bilancio, ma piuttosto, attraverso il rilancio dell’edilizia pubblica, dei piani di hausing territoriale che realizzano alloggi a canone moderato da affiancare a quelli a canone sociale e con l’individuazione appunto di sistemi di garanzia ai proprietari privati, spesso piccoli, che non affittano più i loro immobili. Fondi di Garanzia pubblici, assicurativi, di Fondazioni bancarie e finanziare in grado di coprire i rischi delle possibili morosità o danni di questi locatari privati che potrebbero così affittare i tanti, troppi alloggi sfitti, che proprio per paura della morosità dilagante, gli stessi non affittano, con grave turbamento del mercato della locazione, sia dal punto di vista dei prezzi, che dell’aumento delle richieste di accesso all’edilizia pubblica.

 

Trento, 17 settembre 2018

 

Walter Alotti

Segretario Generale

UIL del Trentino

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