Cgil Cisl Uil del Trentino incontrano i candidati e la candidate presidente alle Provinciali
Confronto su Autonomia ed Euroregione, welfare, politiche del lavoro e politiche di sviluppo
Il ruolo dell’Autonomia e il rafforzamento della collaborazione con l’Alto Adige. Le scelte di politica economica e fiscale, ma anche il disegno delle nuove politiche del lavoro e il ruolo delle associazioni di rappresentanza. Infine il sistema di welfare locale, le risposte necessarie su invecchiamento della popolazione, accoglienza e le misure di sostegno al reddito, la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici degli appalti. E’ su questi temi che questo pomeriggio Cgil Cisl Uil del Trentino apriranno il confronto con i candidati e la candidate presidente per le prossime elezioni provinciali. Un incontro chiesto dalle confederazioni alle forze politiche in campo per discutere di temi che il sindacato ritiene centrali per il futuro della nostra comunità.
Di seguito le questioni poste all’attenzione dei nove candidati.
L’Autonomia e le risorse per la crescita economica e sociale
Negli ultimi dieci anni, a fronte di una maggiore compartecipazione finanziaria delle Province autonome al risanamento dei conti pubblici statali, l’Autonomia ha acquisito nuove competenze che hanno rafforzato le opportunità di autogoverno, uno strumento prezioso per un territorio di frontiera come il nostro, complesso dal punto di vista geografico, fragile dal punto di vista ambientale e demograficamente piccolo rispetto alle grandi pianure e alle aree metropolitane al di qua e al di là delle Alpi. Autonomia significa quindi sempre di più responsabilità nella gestione delle risorse. Responsabilità di cui la politica deve farsi carico pienamente anche quando si parla dei costi delle istituzioni. Per questo abbiamo sostenuto la necessità di ridurre i vitalizi degli ex consiglieri, opponendoci ai loro ricorsi contro la legge regionale 4/2014.
Per l’Autonomia la leva fiscale rappresenta uno strumento fondamentale per sostenere lo sviluppo ed orientare le politiche economiche. In particolare grazie al gettito tributario il Trentino può finanziare, come ha fatto in passato, investimenti diretti che qualificano il territorio e garantiscono nuove opportunità di crescita (infrastrutture, mobilità, reti ma anche ricerca scientifica, istruzione). Allo stesso tempo grazie alla leva fiscale si possono incentivare gli investimenti privati, in ambiti strategici per la crescita economica ed occupazionale. In questo senso, considerato l’alto livello di interconnessioni delle economie a livello europeo e l’importanza dei mercati esteri, continentali o meno, la capacità di innovare per trovare nuovi sbocchi ai prodotti made in Trentino è essenziale. Da questo punto di vista la dimensione eccessivamente ridotta delle aziende locali rischia di essere un freno, anche considerato che negli ultimi anni le piccole imprese sono cresciute meno di quelle medie e grandi.
Per lo sviluppo del Trentino è centrale un più stretto rapporto con l’Alto Adige anche in chiave di apertura all’Euroregione? Come si affronta il nodo dei vitalizi degli ex consiglieri? Quanto contano gli investimenti pubblici finanziati con il gettito fiscale e quelli privati anche incentivati da sgravi selettivi? Perché non prevedere una maggior compartecipazione anche fiscale dei settori che più beneficiano degli investimenti pubblici? E come sostenere la crescita dimensionale delle aziende e la loro capacità di innovazione?
Lavoro tra sostenibilità dello sviluppo e innovazione tecnologica
Il Trentino ha sperimentato negli anni innovative strategie condivise dalle parti sociali per rafforzare il mercato del lavoro locale grazie ad Agenzia del Lavoro, puntando su mirati incentivi alle assunzioni, sulle politiche attive, della formazione e della riqualificazione professionale. Allo stesso tempo ha garantito il diritto al lavoro delle persone più deboli attraverso un consolidato sistema di lavori socialmente utili. Ora di fronte alle incessanti trasformazioni del mercato del lavoro bisogna tutelare chi vede messo a rischio la propria occupazione e accompagnare, con il supporto non solo del pubblico ma anche delle aziende, le lavoratrici e i lavoratori verso le future forme del lavoro e verso migliori condizioni salariali.
I saperi e le competenze sono il fulcro di una società capace di affrontare i cambiamenti tecnologici ed essere protagonista del proprio futuro. Per questo l’istruzione delle giovani generazioni e la formazione continua sono strategici. Abbiamo istituzioni formative e di ricerca di livello: è un patrimonio da rafforzare anche nell’ottica di un migliore collegamento con il mercato del lavoro e il sistema economico locali senza piegarlo alle mere esigenze aziendali. Investire sulla conoscenza e sull’istruzione pubblica in particolare, serve anche a garantire un futuro di sostenibilità. L’ambiente è un bene inestimabile per una terra dell’ecosistema fragile che punta sulla capacità di restare un luogo attrattivo per milioni di turisti. Perché il cambiamento climatico riguarda anche il Trentino e incide in maniera rilevante su turismo e agricoltura, settori che debbono saper contribuire di più con risorse private alla promozione e alla tutela del territorio. Nella gestione del mercato del lavoro provinciale resta centrale a vostro avviso il ruolo delle associazioni di rappresentanza e della contrattazione? Dove va migliorato il rapporto tra istruzione superiore e universitaria e mercato del lavoro? Quale può essere una strategia per la sostenibilità ambientale per il Trentino dei prossimi vent’anni?
Welfare e le tutele negli appalti
Anche il Trentino sta vivendo processi sociali inediti che vanno affrontati tempestivamente e con lungimiranza: l’invecchiamento della popolazione, il calo delle nascite, l’inclusione di cittadini stranieri, le nuove marginalità, la precarietà del lavoro. La nostra terra ha sperimentato per prima forme innovative di sostegno al reddito contro la povertà che non escludono i nuovi cittadini e continua a farlo puntando sul supporto alle famiglie, in particolare a quelli in cui ci sono persone non autosufficienti o disabili, tramite servizi di qualità che deve essere costantemente migliorata in particolare quando si parla del Servizio Sanitario pubblico.
La Pubblica Amministrazione è il più grande datore di lavoro diretto. Ma sono migliaia anche le lavoratrici ed i lavoratori che in settori come quelli della ristorazione, del pulimento, dell’assistenza, delle reti e della sanità operano quotidianamente al servizio della popolazione per conto del sistema pubblico. Spesso lo fanno avendo poche certezze nel futuro a causa dei cambi di appalto e dei tagli alle risorse di comuni e Provincia.
Di fronte all’invecchiamento della popolazione quali sono le possibili ricette per rafforzare il protagonismo degli anziani? Come sostenere i progetti abitativi dei giovani? Che tipo di accoglienza e di integrazione va offerta a chi migra da Paesi in guerra o povertà? Come ritenete possibile intervenire per garantire maggiori tutele a favore delle lavoratrici e dei lavoratori degli appalti?
Scarica il pdf: 20181010_incontro candidati presidente
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