25 ottobre 2018 – Trentino, Corriere del Trentino

Sait, adesione allo sciopero dell’80%

Distanze incolmabili: oggi si replica

Adesione allo sciopero all’80%, nuovo sciopero proclamato per oggi e divergenza forte fra sindacati e impresa: questo in sintesi il bollettino della protesta dei lavoratori del Sait andata in scena ieri nella sede di via Innsbruck e poi davanti ai punti vendita che hanno deciso di aprire nonostante la protesta. In piazza General Cantore la movimentazione avrebbe fatto uscire dai gangheri il direttore del punto vendita. «Ci ha detto “spero che vi licenzino tutti: meglio assumere pakistani che costano meno e lavorano di più”» riporta Vassilios Bassios della Uiltucs. Interviene sul tema il segretario della Lega Mirko Bisesti: «Mi auguro che queste affermazioni gravissime non siano confermate».
Il tema del contendere è la disdetta del contratto integrativo del Sait, il consorzio di secondo grado della cooperazione di consumo che dà lavoro a 481 persone. La disdetta unilaterale era arrivata a fine settembre, vera doccia fredda dopo gli 80 licenziamenti attivi dallo scorso aprile, una mossa «attraverso cui l’azienda ha risparmiato 2 milioni di euro — tuona Lamberto Avanzo, segretario della Fisascat Cisl —. Adesso basta.
Non si toglie salario fisso in questo modo ai lavoratori». La disdetta del contratto, in vigore dall’inizio del 2019, toglierà 3000 euro lordi all’anno.
Alla fine della trattativa mattutina Avanzo riporta: «Noi proponiamo di ripristinare il contratto precedente, mentre l’azienda vuole rendere tutta la retribuzione variabile. Per gli addetti al magazzino metà dei 3000 euro dipenderà dalla produttività nella movimentazione dei colli, il resto da assenze e fatturato. Per gli uffici, in cui è più difficile misurare la produttività, tutto dipenderà dal fatturato del sistema Sait-Famiglie cooperative e dalle assenze. Nei negozi invece i fattori sono ricavi, assenze e altri elementi. Che dire — prosegue — siamo molto lontani.
Domani (oggi per chi legge) ci sarà un altro sciopero, con presidio davanti ai negozi che sono rimasti aperti, 3 su 6 a Trento e 2 su 3 a Rovereto. Il messaggio ai lavoratori è chiaro: siamo a un punto di non ritorno, bisogna mobilitarsi». Bassios della Uiltucs fa notare «che l’azienda vuole stringere i tempi, chiudendo al massimo in tre incontri. Per noi è inaccettabile». In queste ore i sindacati valutano le proposte del Sait, per preparare l’incontro del 7 novembre.
Il direttore del consorzio, Luca Picciarelli, è determinato: «Sono due piattaforme difformi: i premi presenza per noi dovranno diventare premi legati a obiettivi concreti e misurabili. Il sindacato vuol mantenere il vecchio sistema, ma per noi è inaccettabile, perché abbiamo necessità di stare sul mercato, in particolare in un 2018 in cui gli scenari mutano continuamente».
Quanto all’episodio di piazza General Cantore Bisesti aggiunge: «Vogliamo voltare pagina, questo è il modello di globalizzazione sfrenata portata avanti dal centrosinistra in Italia e in Trentino ormai da troppi anni e che vogliamo bloccare. Sono in contatto con i lavoratori della Sait per seguire come Lega di governo questa grave vicenda». Per M5s il consigliere Filippo Degasperi aggiunge: «L’incapacità della dirigenza Sait la pagano i lavoratori. Ora che in Provincia è cambiato il manovratore ci attendiamo insieme ai lavoratori che la leva della competenza statutaria sulle cooperative venga adeguatamente valorizzata».

Scarica il pdf: Sait ART 251018