28 novembre 2018 – Trentino, Corriere del Trentino
«Al Trentino serve l’iperbarica»
Alotti (Uil): «Non costa tanto ed eviterebbe a tanti pazienti viaggi fuori provincia»
«L’utilizzo, per l’ennesima volta, della camera iperbarica di Bolzano per gli intossicati da monossido di carbonio in Trentino (8 persone in poco meno di un mese) ripropone l’esigenza posta da tempo dalla Uil e da altre associazioni trentine, senza positiva soluzione, ai diversi assessori alla sanità trentini, di dotare anche la nostra azienda sanitaria di questa determinante struttura». A dirlo è il segretario della Uil trentina, Walter Alotti. Che fa la stessa richiesta all’assessora Stefania Segnana. «Questa tecnologia, dal costo (circa 1.500.000euro) non così rilevante in relazione all’enorme bilancio della nostra sanità prosegue Alotti e sarebbe molto utile non solo per i casi di emergenza o legati agli incidenti di alpinismo e dell’attività subacquea, ma soprattutto di gran sollievo per le centinaia di malati di penose malattie croniche che oggi sono costretti a spostarsi o a Bolzano o in Veneto per poter seguire i cicli delle prestazioni di ossigenoterapia previsti appunto dalle specifiche terapie mediche. Analogo ragionamento vale per la litotrissia extracorporale Eswl, tecnica che consente la frantumazione dei calcoli mediante onde d’urto e che riduce notevolmente il ricorso alla chirurgia. Ci auguriamo quindi che accanto alla struttura per la protonterapia ed all’infinita ristrutturazion del vecchio Santa Chiara si proceda anche alla realizzazione ed all’attivazione almeno di una semplice camera iperbarica trentina».
Scarica il pdf: iperbarica ART 281118
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