30 novembre 2018 – Corriere del Trentino
Trilinguismo, in discussione solo il Clil
La giunta: «Più autonomia agli istituti». Il sindacato: «Positivo pensare a una figura terza»
Mehr licht! (Più luce!) Un po’ come il Goethe morente, la neonata giunta Fugatti chiede di fare più luce sul progetto Trentino Trilingue, di analizzarne approfonditamente obiettivi, modalità e andamento. Lo afferma il giovane assessore all’istruzione Mirko Bisesti: «Stiamo iniziando a operare un’analisi e una valutazione complessiva del trilinguismo, per capire quali aspetti possano essere migliorati, recependo ovviamente le istanze di docenti, genitori e studenti. Ricordiamoci sempre che stiamo parlando di un progetto giovane (approvato nel 2014, ndr) e che comunque per l’anno scolastico in corso non sarà ovviamente possibile operare alcuno stravolgimento».
Anche il presidente della Provincia Maurizio Fugatti si è espresso recentemente sul progetto Trentino trilingue annunciando alcune modifiche, come la concessione di maggior indipendenza e autonomia ai singoli istituti scolastici e la loro facoltà di decidere le modalità con cui perseguire gli obiettivi del progetto, ad esempio le lezioni in modalità Clil, ossia in lingua straniera.
Una proposta che Paolo Pendenza, dirigente dell’Istituto di istruzione superiore Degasperi di Borgo e presidente della sezione trentina dell’Associazione nazionale presidi, accoglie positivamente: «Ovviamente quelli del presidente Fugatti per ora sono solo annunci, sarà necessario aspettare documenti ufficiali; ma non può che farmi piacere l’idea di dare maggiore autonomia alle scuole per il trilinguismo. L’importante — afferma Pendenza — è che non venga buttato via tutto il lavoro fatto in questi anni in termini di organizzazione, reclutamento e formazione dei docenti, un lavoro che sta già portando risultati concreti e positivi. Venga riconosciuto lo sforzo della passata legislatura e non si assuma alcun atteggiamento ideologico, valutando solo ed esclusivamente il bene degli studenti. L’intuizione originaria del progetto Trentino trilingue — conclude Pendenza — va preservata, se poi ci sono aspetti migliorabili siamo pronti a lavorare in tal senso». L’importanza di mantenere e anzi rinforzare gli aspetti del trilinguismo è stata ribadita anche dai dirigenti delle scuole professionali e delle scuole secondarie trentine nell’incontro di ieri con l’assessore: anche in questo caso Bisesti ha risposto con un’apertura, parlando di modifiche e non di rivoluzione. Ancor più entusiasta delle proposte di Fugatti è Pietro Di Fiore, segretario provinciale di Uil scuola: «Sono notizie che rincuorano. Nel corso degli anni abbiamo chiesto varie volte all’amministrazione di concedere più flessibilità e maggiore autonomia. Non vogliamo un ritorno all’inutile dibattito “trilinguismo sì, trilinguismo no” – spiega Di Fiore – perché crediamo nelle finalità del progetto ma crediamo anche che debbano essere seriamente riviste le modalità per perseguirne gli obiettivi e che debba essere data alle scuole la facoltà di sceglierle autonomamente. Bisogna smettere ad esempio di concentrarsi esclusivamente sul Clil, come se fosse l’unica pratica didattica corretta». Un consiglio per la nuova amministrazione: «Non commettano gli errori fatti in passato calando dall’alto imposizioni e soprattutto ascoltino con attenzione le persone che la scuola la vivono ogni giorno condividendo con loro ogni progetto di riforma».
Anche un’altra proposta del governatore Fugatti incontra l’approvazione della Uil: la reintroduzione del sovrintendente scolastico. «Una figura che faccia da filtro tra la politica e il mondo della scuola — spiega Di Fiore — non potrà che rafforzare l’autonomia degli istituti e proteggere i dirigenti. Si potrebbe pensare di individuarlo all’interno del consiglio scolastico educativo provinciale, organo tecnico autonomo che esprime pareri consultivi».
Anche il presidente della Provincia Maurizio Fugatti si è espresso recentemente sul progetto Trentino trilingue annunciando alcune modifiche, come la concessione di maggior indipendenza e autonomia ai singoli istituti scolastici e la loro facoltà di decidere le modalità con cui perseguire gli obiettivi del progetto, ad esempio le lezioni in modalità Clil, ossia in lingua straniera.
Una proposta che Paolo Pendenza, dirigente dell’Istituto di istruzione superiore Degasperi di Borgo e presidente della sezione trentina dell’Associazione nazionale presidi, accoglie positivamente: «Ovviamente quelli del presidente Fugatti per ora sono solo annunci, sarà necessario aspettare documenti ufficiali; ma non può che farmi piacere l’idea di dare maggiore autonomia alle scuole per il trilinguismo. L’importante — afferma Pendenza — è che non venga buttato via tutto il lavoro fatto in questi anni in termini di organizzazione, reclutamento e formazione dei docenti, un lavoro che sta già portando risultati concreti e positivi. Venga riconosciuto lo sforzo della passata legislatura e non si assuma alcun atteggiamento ideologico, valutando solo ed esclusivamente il bene degli studenti. L’intuizione originaria del progetto Trentino trilingue — conclude Pendenza — va preservata, se poi ci sono aspetti migliorabili siamo pronti a lavorare in tal senso». L’importanza di mantenere e anzi rinforzare gli aspetti del trilinguismo è stata ribadita anche dai dirigenti delle scuole professionali e delle scuole secondarie trentine nell’incontro di ieri con l’assessore: anche in questo caso Bisesti ha risposto con un’apertura, parlando di modifiche e non di rivoluzione. Ancor più entusiasta delle proposte di Fugatti è Pietro Di Fiore, segretario provinciale di Uil scuola: «Sono notizie che rincuorano. Nel corso degli anni abbiamo chiesto varie volte all’amministrazione di concedere più flessibilità e maggiore autonomia. Non vogliamo un ritorno all’inutile dibattito “trilinguismo sì, trilinguismo no” – spiega Di Fiore – perché crediamo nelle finalità del progetto ma crediamo anche che debbano essere seriamente riviste le modalità per perseguirne gli obiettivi e che debba essere data alle scuole la facoltà di sceglierle autonomamente. Bisogna smettere ad esempio di concentrarsi esclusivamente sul Clil, come se fosse l’unica pratica didattica corretta». Un consiglio per la nuova amministrazione: «Non commettano gli errori fatti in passato calando dall’alto imposizioni e soprattutto ascoltino con attenzione le persone che la scuola la vivono ogni giorno condividendo con loro ogni progetto di riforma».
Anche un’altra proposta del governatore Fugatti incontra l’approvazione della Uil: la reintroduzione del sovrintendente scolastico. «Una figura che faccia da filtro tra la politica e il mondo della scuola — spiega Di Fiore — non potrà che rafforzare l’autonomia degli istituti e proteggere i dirigenti. Si potrebbe pensare di individuarlo all’interno del consiglio scolastico educativo provinciale, organo tecnico autonomo che esprime pareri consultivi».
Scarica il pdf: scuola ART 301118
No Comments