Corriere del Trentino – 24 settembre 2023

Accoglienza, Urzì (FdI) contro Ianeselli. I sindacati avvertono: «No a nuove grandi strutture detentive»

Il nodo dell’accoglienza dei migranti, che a livello nazionale sta facendo discutere da giorni, anima anche la campagna elettorale trentina. A prendere posizione, in queste ore, è il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Alessandro Urzì, che non ha gradito le parole del sindaco di Trento Franco Ianeselli a favore del ripristino di una accoglienza diffusa sul territorio. «Le sue parole — sottolinea Urzì — sono espressione del delirio di una sinistra che ha totalmente perduto il contatto con la realtà». Il partito di Giorgia Meloni, anche in Trentino, sta invece con la sua leader: «Ribadiamo il sostegno alla volontà di realizzare in tutto il territorio nazionale almeno un centro a regione per il rimpatrio dei clandestini. Altro che accoglienza diffusa». L’alternativa, avverte il coordinatore regionale, «è avere i clandestini, privi del diritto a rimanere in Italia e liberi di delinquere, o tenerli in centri di espulsione controllati, vigilati e senza possibilità di uscita». Ma non i centri «piccoli e ormai congestionati che abbiamo ereditato dai precedenti governo di sinistra»: «Le strutture di cui necessitiamo — fissa la linea Urzì — sono quelle atte a trattenere chi non ha diritto a rimanere sul suolo nazionale e, per questo, non devono destare preoccupazioni per il territorio: servono a trattenere momentaneamente i destinatari di espulsione, non si tratta dei centri popolati da nullafacenti, che realizzò a suo tempo la sinistra».
È diametralmente opposta la posizione dei sindacati. «Il tema dei migranti irregolari — sottolineano i segretari di Cgil, Cisl e Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti — non può essere sempre ridotto solo ad una questione di ordine pubblico e certo non si può affrontare approntando grandi centri di detenzione come i Cpr: sarebbe come provare a svuotare l’oceano con un cucchiaino. Tra l’altro queste strutture rischiano solo di favorire un sorta di “educazione alla criminalità” di quei migranti privi di una reale prospettiva di inserimento». Meglio pensare all’accoglienza diffusa, incalzano i sindacati. Condividendo quindi la posizione del sindaco: «Sarebbe la formula vincente per dare risposta ai tanti cittadini stranieri in attesa di risposta alla domanda di asilo ma anche ai migranti in attesa di espulsione. Sicuramente questa sarebbe la risposta giusta non solo al bisogno di sicurezza delle trentine e trentini, in particolare delle aree urbane, garantendo un maggiore controllo sociale dentro le comunità che accolgono, ma anche una maggior efficacia nei processi di integrazione dei richiedenti asilo che solo così potrebbero restituire col loro lavoro quanto ricevuto sotto forma di servizi di accoglienza».

 

 

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