Corriere del Trentino – 23 luglio 2022

Accordo tra imprese e sindacati per arginare i contratti «pirata»

TRENTO Sindacati ed imprese verso un accordo per introdurre un meccanismo di misurazione della rappresentanza ed una clausola sociale che vincoli i benefici pubblici al rispetto dei contratti collettivi sottoscritti con le organizzazioni più rappresentative. Ieri mattina i vertici del Coordinamento imprenditori e i segretari generali di Cgil Cisl e Uil si sono riuniti in videoconferenza per definire i contenuti del protocollo d’intesa, «che sarà ultimato nel giro di poche settimane» spiega Roberto Pallanch della segreteria del tavolo delle categorie economiche, già direttore dell’Associazione degli albergatori trentini.
Si è creato dunque un fronte comune fra sindacati ed imprese per spingere la Provincia a legiferare nella direzione di un sistema che argini il fenomeno dei cosidetti contratti pirata, ossia quegli accordi sottoscritti da sindacati ed associazioni datoriali poco rappresentativi. Contratti che nella maggior parte dei casi rivedono al ribasso il trattamento economico dei dipendenti e prevedono meno diritti. Non solo. Oltre a peggiorare le condizioni lavorative, o meglio, proprio in virtù di questo, i contratti pirata alimentano la concorrenza sleale tra le aziende. In Trentino, in realtà, oltre il 90% delle imprese applica già i contratti collettivi nazionali, ma per evitare che si inneschi un circolo vizioso imprenditori e sindacati hanno deciso di unire le forze.
Saranno tre, in particolare, i temi al centro del protocollo d’intesa. In buona parte sono una ripresa del disegno di legge del consigliere provinciale ed ex assessore all’industria Alessandro Olivi (Partito Democratico), depositato a maggio dello scorso anno (dopo un confronto proprio con sindacati ed imprenditori), ma mai discusso in aula. In primo luogo, la definizione di un meccanismo di misurazione, e quindi di certificazione, della rappresentanza nei luoghi di lavoro dei singoli sindacati, al fine di selezionare solo quelli più rappresentativi per il rinnovo dei contratti. Ossia la premessa per il secondo punto: l’introduzione di una clausola sociale territoriale che permetta solo alle imprese che applicano i contratti collettivi sottoscritti con le organizzazioni più rilevanti di accedere alle agevolazioni e ai contributi provinciali. Per ultimo, la previsione di una maggiorazione dei contributi nei confronti di chi adotta accordi di compartecipazione, compresi gli enti bilaterali. Tra le altre cose, il ddl Olivi prevedeva anche il sostegno provinciale alla definizione di accordi collettivi per regolare la rappresentanza a livello territoriale, ma questo punto è stato visto dalle categorie economiche come lesivo dell’autonomia delle imprese.
Di questo si è parlato ieri alla riunione in videoconferenza tra i segretari generali di Cgil Cisl e Uil e i rappresentanti del Coordinamento imprenditori trentini, tra cui il presidente Bort (Confcommercio), Manzana (Confindustria), Segatta (Artigiani) e Battaiola (Albergatori). Mancava la Cooperazione per impegni nazionali. Nelle prossime settimane si arriverà alla firma del protocollo d’intesa, ma poi quali saranno le prossime tappe? «I sindacati in realtà hanno già presentato questo riconoscimento della rappresentanza nell’ambito della proprie osservazioni sull’assestamento di bilancio — riferisce Roberto Pallanch della segreteria del Coordinamento imprenditori — ma alla fine abbiamo concordato di attendere per fare un ulteriore approfondimento tecnico-politico con la Provincia, per poi inserire la proposta nella legge di bilancio di fine anno oppure nell’eventuale riforma della legge 6/99 sugli incentivi alle imprese». L’ultima parola spetterà alla giunta provinciale, che fino ad oggi non si è mai decisa a portare in aula il disegno di legge già depositato.

Scarica il pdf: contratti ART 230722 2