03 novembre 2021 – l’Adige
Al Trentino fondi per 340 milioni
Non ci sono solo le risorse europee straordinarie del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) da riuscire a intercettare per finanziare investimenti per lo sviluppo del Trentino. L’Europa è generosa anche con i suoi Fondi strutturali e la Provincia di Trento ha sempre dimostrato una buona capacità di a attingere a questi stanziamenti. Per la programmazione europea 2021-2027 il Trentino sta predisponendo la ripartizione delle risorse, per un totale di 340 milioni di euro, che sono molti di più rispetto ai 220 milioni del settennato precedente.
La ripartizione prevista è di 158 milioni di euro sul Fondo sociale europeo (Fse) e 182 milioni del Fondo per lo sviluppo regionale (Fesr).
I segretari di Cgil, Cisl e Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, hanno scritto una lettera all’assessore provinciale allo sviluppo economico, Achille Spinelli, e alla dirigente del Servizio programmazione europea, Nicoletta Clauser, suggerendo una diversa ripartizione delle risorse. «In primo luogo, dando atto alla Provincia di essere riuscita ad aumentare notevolmente le risorse disponibili per la programmazione a livello locale rispetto al settennato precedente, -scrivono Grosselli, Bezzi e Alotti -riteniamo comunque che, anche in considerazione delle condizioni socio-economiche della nostra provincia e degli investimenti previsti dal Pnrr, la suddivisione delle risorse tra Fondo Sociale e Fondo Sviluppo Regionale vada riequilibrata a favore del Fse, impegnando su quest’ultimo almeno risorse pari al 56% del totale così da dotare la programmazione locale del Fondo Sociale di 190 milioni di euro. Ciò garantirebbe la possibilità di effettuare maggiori investimenti su alcuni specifici capitoli di spesa inerenti in particolare per il potenziamento dei servizi di conciliazione, della formazione continua, delle politiche per l’inserimento occupazionale dei giovani e a favore dei lavoratori senior».
E a questo riguardo si chiede alla Provincia di prevedere una specifica progettualità riguardante la modernizzazione delle istituzioni ed dei servizi del mercato del lavoro con una dotazione finanziaria di almeno 10 milioni di euro, oltre a sostenere i processi di digitalizzazione e riorganizzazione dei servizi pubblici per l’impiego.
Si chiede poi di aumentare di 10 milioni di euro le risorse per i servizi di conciliazione.
Per quanto riguarda, invece, il quadro della programmazione del fondo Fesr 2021-2027, i sindacati ritengono «fondamentale puntare maggiormente sull’obiettivo di policy strategica 2, ossia “Un’Europa più verde”. A questo proposito proponiamo di destinare a questo obiettivo almeno il 60% delle risorse della programmazione, così come rimodulate rispetto al Fse+». Nella ripartizione indicata dalla Provincia, invece, all’obiettivo “Europa più verde” si destina il 35% delle risorse del Fesr, perché il 65% viene assegnato invece agli obiettivi di “Europa più competitiva e più intelligente”». Cgil, Cisl e Uil chiedono di potenziare in particolare le azioni previste al «l’adattamento ai cambiamenti climatici» con gli interventi per aumentare la sicurezza ed evitare le catastrofi da dissento idrogeologico e il sostegno all’adozione di soluzioni energetiche basate su fonti rinnovabili. E si propone che oltre a fotovoltaico e teleriscaldamento sarebbe utile far rientrare in questo obiettivo «lo sviluppo di energia rinnovabile da idrogeno».
«Ovviamente -concludono i sindacati -qualora la distribuzione delle risorse derivanti dal Programma europea Next Generation EU e impegnate dal Pnrr dovesse premiare in qualche modo la Provincia autonoma di Trento proprio su questi specifici obiettivi si potrebbe ricalibrare i pesi del Fesr a favore degli obiettivi per un Trentino più competitivo».
Scarica il pdf: ADIGE Europa ART 031121
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