l’Adige – 30 luglio 2022
Alberghi dismessi: «Prudenza». Alotti (Uil) critico sui fondi per gli imprenditori. «Ok a farne alloggi popolari»
«Lo studio è interessante, ma rischia anche di essere strumentale in questo momento in cui, con l’assestamento di bilancio, la Provincia decide di intervenire con i fondi per gli alberghi: crediti agevolati, fondo qualità, intervento con la partecipata sgr Euregio Plus, coinvolgendo capitali privati…». È scettico Walter Alotti, segretario generale della Uil del Trentino, nonostante riconosca bontà e utilità dello studio predisposto dall’Osservatorio del paesaggio trentino che ha rivelato come in provincia vi siano 143 alberghi dismessi da più di dieci anni (l’Adige del 28 luglio, ndr): oltre il 10% di quelli esistenti». Alotti, perché è perplesso?
«Perché i nostri albergatori, a differenza di quelli altoatesini, sono più “prenditori” che imprenditori. Ragione per cui la vedo dura coinvolgerli nel recupero di alberghi dismessi o in crisi assieme alla sgr Euregio Plus».
Il problema è però reale: ci sono “cadaveri” di alberghi in abbandono che rappresentano uno sfregio ed uno spreco di territorio.
«Certo, ma partiamo da un dato di fatto: se una struttura è chiusa da più di dieci anni è anche per naturali problemi di ricambio aziendale. È normale che in una economia liberale di mercato ci sia l’imprenditore che per più motivi si fa da parte e lascia spazio, se c’è, a chi è più capace. Come sempre, servono imprenditori che investono. Ma a differenza di quanto avviene in Alto Adige, qui si aspetta sempre che arrivi la Provincia».
Dunque, prudenza nell’intervenire con fondi ad hoc?
«Diciamo che se qualcuno avesse intravisto un’occasione, avrebbe messo le mani su uno degli alberghi chiusi e ora censiti, per rilanciarlo. Registro che, su 143 strutture, 55 hanno nel frattempo mutato la destinazione d’uso. Qualcosa vorrà dire… Non vedo la necessità di un intervento pubblico per rilanciare lo sviluppo degli alberghi in Trentino. Pare che, in provincia, non esistano altro che turismo e agricoltura, ma non è così».
Cosa si dovrebbe quindi fare per questi “cadaveri”, emblema di degrado, spesso collocati in centro storico? «La questione è collegare il recupero degli alberghi dismessi alle altre attività del territorio, come nel caso di strutture “casa albergo”: la possibilità che ex alberghi che hanno una certa cubatura e collocazione geografica -penso alla Busa di Riva del Garda e alle valli di Fiemme e Fassa -siano utilizzati per dare alloggio ai lavoratori del settore turistico, e non solo. Io avevo colleghi delle Poste che rinunciavano a lavorare in Fassa o sul Garda perché il 70% dello stipendio sarebbe servito per l’affitto».
Tra gli scenari indicati dall’Osservatorio del paesaggio, in effetti, è indicato per gli ex alberghi anche un utilizzo per altre funzioni, coinvolgendo ad esempio l’Itea, per farne alloggi popolari. Condivide? «Sicuramente. Potrebbe essere Itea a rilevare qualche struttura. Oppure si potrebbe rilanciare l’housing sociale, che è fermo dal 2018, quando ha ultimato il suo corso: gli ultimi alloggi a canone moderato consegnati a Trento,
Rovereto e Tione sono eredità di quel piano. Qui ci sarebbe un grande lavoro da fare. Provincia, la sgr di Finint che ha dato buona prova, Cdp, o altri investitori, potrebbero investire sull’housing sociale rilevando alberghi dismessi. Ed i Comuni dovrebbero fare la loro parte cambiando la destinazione d’uso. Ci sarebbe un valore in più, costruendo di meno, per incrementare il numero degli alloggi pubblici in risposta al bisogno casa».
Intanto, dopo il monitoraggio, arriverano i fondi della Provincia. «L’attenzione, però, dovrà essere massima. Quando, in una recente riunione al Commissariato del governo, presente il capo della procura, Raimondi, l’assessore al turismo Failoni ha annunciato i tre fondi in arrivo l’assestamento, il vice questore ha preso la parola per dire: ottima iniziativa. Ma attenti: c’è il rischio che a rilevare alberghi in crisi siano capitali poco limpidi. Che oltre che portarceli a casa, poi finissimo con il finanziarli, sarebbe paradossale».
Scarica il pdf: ADIGE Alberghi ART 300722
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