12 marzo 2022 – l’Adige
Alla Marangoni si fermano due reparti
Il caro-energia morde le imprese di Rovereto e della Vallagarina. La Marangoni ha comunicato alla Rappresentanza sindacale unitaria di fabbrica, la Rsu, che i pesanti rincari in bolletta impongono di rallentare la produzione di pneumatici. L’ipotesi è di fermare un paio di reparti più energivori e di rimodulare i programmi produttivi. Come in altre situazioni simili, l’azienda è piena di ordini e ha chiuso il 2021 con un volume di attività che dovrebbe essere tornato ai livelli del 2019. Ma l’esplosione dei costi non fa sconti. Una parte dei 175 dipendenti roveretani -sono in tutto 260 con quelli di Ferentino (Frosinone) -dovrebbe andare in ferie forzate. I sindacati di categoria Cgil, Cisl e Uil hanno subito chiesto un incontro urgente per capire quali sono le intenzioni dell’azienda e definire le soluzioni migliori in un contesto che è in rapida evoluzione.
Dopo le Cartiere Villa Lagarina e l’Acciaieria di Borgo Valsugana, un’altra azienda decide quindi di interrompere almeno una parte della produzione. Ma non è finita: le imprese a rischio sono molte, quelle più energivore, certo, ma anche altre a cui mancano materie prime essenziali. Come alla Cartiera e all’Acciaieria, si annuncia un periodo di stop and go, di lavoro a singhiozzo, a seconda di come vanno il prezzo del gas e del petrolio e di come va la contrattazione con i clienti sui ritocchi al prezzo finale.
La Marangoni ha una fonte propria di produzione di energia: il termovalorizzatore che utilizza gli scarti delle gomme prodotte. Ma il contributo di questa fonte viene quasi annullato sul piano finanziario dal fatto che il processo emette anidride carbonica (Co2), responsabile del cambiamento climatico e del riscaldamento globale, e quindi l’azienda, per rispettare gli obblighi europei, deve compensare queste emissioni comprando certificati Co2. Che a loro volta sono cresciuti di prezzo.
«Appena la Rsu ci ha informato della comunicazione dell’azienda, abbiamo chiesto un incontro urgente per capire dice Mario Cerutti della Filctem Cgil -Pesano i costi energetici, ma anche quelli delle materie prime, molte delle quali vengono dall’Est, e i costi della logistica che stanno aumentando. Per adesso per i lavoratori si parla di ferie, permessi, banca-ore. Sulla cassa integrazione non abbiamo ancora lo strumento, come causale il problema del caro-energia non c’è ancora, bisogna che il governo lo preveda». Ieri i sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil insieme a Sistema Moda Italia e ad Assocalzaturifici hanno chiesto al ministro del Lavoro Andrea Orlando di prevedere immediatamente un ammortizzatore sociale straordinario sul modello della cosiddetta cassa Covid.
«La Marangoni parla di rallentamento della produzione per risparmiare, soprattutto nei reparti più energivori -afferma Ivana Dal Forno della Femca Cisl -Il portafoglio ordini c’è ma il problema delicato è finanziario, di finanza di cassa». Marangoni nell’ultimo periodo è in ripresa sul piano produttivo, ma resta debole sul piano finanziario. Sono ancora aperte, anche se i tempi si sono allungati, le trattative con i brasiliani di Vipal per un loro ingresso nel capitale o una loro acquisizione di maggioranza.
Il consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle Alex Marini, in un’interrogazione, ricorda che, secondo un rapporto dell’Enea, in Trentino Alto Adige si contano 48 grandi imprese energivore ma solo 14 certificate sulla riduzione dei consumi energetici, tra cui Suanfarma e Luxottica, e chiede alla Provincia di prendere iniziative sul risparmio energetico nel settore produttivo. Nella risposta, il presidente della Provincia Maurizio Fugatti dice che «si sta valutando di includere un sostegno economico per le imprese non energivore» nelle misure finanziate dai Fondi di sviluppo regionale 2021-2027.
Scarica il pdf: ADIGE industria ART 120322
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