Corriere del Trentino, Il T – 06 settembre 2023
Alleanza sindacati, Acli e famiglie in difesa del welfare
TRENTO Le sigle sindacali avevano già alzato la testa per denunciare la stortura, accendendo un botta e risposta con l’assessore provinciale allo Sviluppo economico Achille Spinelli che però non aveva veramente fatto chiarezza sullo scenario che travolgerà il welfare trentino da qui al prossimo anno. E, allora, per non lasciare morire il discorso tra le nebbie elettorali, questa volta Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di cercare il ponte del Consiglio delle autonomie locali, non prima però di aver riunito nello stesso coro di protesta anche le Acli trentine, l’Associazione nazionale famiglie numerose e il Forum delle associazioni famigliari in Trentino. In una lettera indirizzata al presidente Paride Gianmoena, all’assessore Stefano Bisoffi e a tutti i componenti della giunta si chiede «un intervento pubblico e nelle sedi istituzionali» per convincere Piazza Dante a «recedere dalla volontà di computare ai fini Icef quanto percepito a titolo di assegno unico universale».
Il discorso è squisitamente tecnico, materia da fisco e dichiarazione dei redditi, ma esattamente come tutte le questioni in questi ambiti le ripercussioni si fanno poi concretissime, e per tutti. Di fatto, con una delibera datata 25 agosto, la giunta provinciale ha ordinato che anche l’assegno unico universale — una forma di sostegno ai redditi famigliari troppo bassi, erogata dallo Stato — sia inserito nelle dichiarazioni sostitutive uniche per quest’anno. Sommandosi ai redditi reali, la cifra dell’Auu alzerà la classe Icef (letteralmente, Indicatore della condizione economica famigliare) delle famiglie che lo percepiscono, quindi, peccato che sia proprio la classificazione in questione a stabilire chi e in che misura può accedere ai benefici e ai sussidi erogati invece dalla Provincia autonoma: l’assegno unico provinciale, innanzitutto, ma anche tutta un’altra serie di misure di welfare che vanno dai contributi all’affitto alle graduatorie Itea per gli alloggi, dagli sconti nelle rette di scuole e asili fino a quelle di Rsa e cliniche, passando per il sostegno alle disabilità, i buoni libri. «In ballo c’è la tenuta dei redditi di molte famiglie trentine — scrivono i segretari di Cgil, Cisl e Uil Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti — le cui difficoltà ricadranno inevitabilmente anche su Comuni e Comunità, primi punti di riferimento istituzionali per i cittadini».
Nella lettera le associazioni si dicono allarmate: «Proprio secondo le stime della Provincia, il beneficio medio accordato dallo Stato ad una famiglia di quattro componenti, di cui due minori, pari a circa 3.300 euro annui, comporterà un innalzamento automatico dell’indicatore Icef, a parità di altri redditi percepiti rispetto al 2021, fino a circa 0,026 punti. In poche parole, una famiglia con un indicatore Icef pari a 0,275, che attualmente in forza di questo indicatore accede al sostegno provinciale per i figli, non potrà più beneficiare dell’assegno unico provinciale».
Spinelli aveva replicato parlando del «proliferare di misure nazionali spesso in sovrapposizione», e di un «quadro assai complesso e frastagliato»: «urge capire se il principio di equità sia ancora correttamente applicato, unitamente alla necessità di semplificazione — insiste l’assessore — Risulta necessario procedere a una revisione complessiva allo scopo di sostenere le famiglie che ne abbiano realmente bisogno, tenuto conto dell’evoluzione degli interventi statali». Insomma secondo Piazza Dante è vero che con il nuovo calcolo qualcuno potrebbe non avere più diritto ai contributi provinciali, ma solo perché quelle stesse somme arrivano da Roma. Spinelli ha anche messo in fila quanto invece fatto e confermato dalla Provincia, in tutti i campi, compresi gli investimenti per i i restauri nell’edilizia abitativa. «Mette assieme cose che non c’entrano nulla — incalza Alotti — e non risponde con chiarezza sul merito».
I sindacati, le associazioni famigliari e le Acli hanno anche rimarcato una seconda stortura nel welfare trentino, ovvero il mancato adeguamento proprio dell’assegno provinciale al costo della vita e all’inflazione: «Aspetto di cui ha preso atto il Governo Meloni scegliendo di adeguare dell’8,1% le soglie Isee per neutralizzare l’effetto inflazione. Anche nel recente passato la Provincia, con la giunta Rossi, era andata in questa direzione, recuperando interamente l’aumento dei prezzi registrato tra il 2013 e il 2017 e adeguato l’Icef proprio per garantire il potere d’acquisto delle famiglie. Non sarebbe dunque una novità, ma la conferma di un intervento a favore dei soggetti più fragili, che fino ad oggi però la giunta Fugatti non ha nemmeno preso in considerazione».
Scarica il pdf: CORRIERE welfare 060923
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