Alloggi pubblici, da oggi scattano i dieci anni di residenza


Cgil Cisl Uil: misure incostituzionali e discriminatorie che non risolvono il problema casa. Gli stranieri sono appena l’8,6 per cento di tutti gli assegnatari

Da oggi è possibile fare domanda per l’alloggio pubblico in Trentino, con una significativa novità: viene applicato il nuovo vincolo di residenza introdotto dalla giunta provinciale. Può fare richiesta di una casa popolare solo chi risiede da dieci anni in Italia, di cui gli ultimi due continuativi e che ha tre anni di residenza in Trentino. Un vincolo che Cgil Cisl Uil giudicano discriminatorio e a rischio incostituzionalità e che soprattutto, non risolve, nemmeno in minima parte il problema del bisogno abitativo sul territorio. “Il vincolo dei dieci anni è solo una misura propagandistica, che non dà alcuna soluzione al problema della casa, a cominciare dai trentini – spiegano i tre segretari confederali Andrea Grosselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti -. Quel che serve è un nuovo piano di edilizia pubblica, servono nuovi alloggi”. La conferma arriva dai numeri: rispetto al 2009, nel 2018 risultano complessivamente 25 alloggi in più a disposizione dei potenziali inquilini nello stesso periodo di tempo la popolazione è cresciuta di 25mila persone. “Non è certo impedendo l’accesso alle graduatorie per i cittadini stranieri che si risolve il problema, anche perché sono appena l’8,6 per cento dei beneficiari Itea, di questi meno del 6 per cento sono extracomunitari e i cittadini italiani sono il 91,4 per cento del totale”, insistono i sindacati. Numeri che sono anche il risultato dei vincoli di residenza che erano già previsti in Trentino da tempo.

Con molta probabilità impedendo l’accesso alle graduatorie per gli stranieri, la giunta punta a portare a casa un altro obiettivo: risparmiare sull’integrazione al canone di affitto. Oggi chi ha diritto ad una casa popolare, ma non può beneficiarne perché non ci sono alloggi riceve dalla Provincia un contributo economico ad integrazione del canone di affitto che paga sul libero mercato. Piazza Dante investe complessivamente 6milioni di euro ogni anno su questa misura. Limitando fortemente l’accesso alle domande Itea per gli stranieri si risparmia. “Queste risorse negli anni sono rimaste costanti, mentre è cresciuto il numero di chi fa richiesta per questo contributo”, fanno notare i sindacalisti che tornano a battere ancora sulla necessità di costruire nuove case pubbliche. “Itea ha risorse da investire su questo fronte: negli ultimi quattro anni la spa pubblica ha accumulato utili, ante tasse, per 20milioni di euro. Cifre che potrebbero essere investite nella realizzazione di poco meno di cento nuove abitazioni – proseguono Grosselli, Pomini e Alotti -. Sarebbe un primo importante segnale. La giunta, allora, faccia ripartire una vera politica della casa pubblica, pensando di dare risposte ai problemi, non ad alimentare consenso dividendo la comunità”.

Anche per questa ragione Cgil Cisl Uil sollecitano la creazione di un Osservatorio provinciale del sistema abitativo per monitorare i bisogni e confrontarsi sulle politiche per la casa.

 

Trento, 16 settembre 2019

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