Trentino, Il T – 05 novembre 2022

Alotti: «Dolomiti Energia azzeri il cda»

Per il segretario generale della Uil del Trentino Walter Alotti «Dolomiti Energia deve azzerare il suo consiglio di amministrazione e rinnovare radicalmente la sua strategia». Il sindacalista va giù duro: «L’avvio da parte dell’Antitrust di un’istruttoria sulle modifiche unilaterali contrattuali proposte ai propri clienti è la classica ultima goccia che fa travasare il vaso» . E ribadisce quindi quello che la Uil aveva chiesto già da tempo: «Le dimissioni degli amministratori e del management della società energetica a controllo pubblico, per la mancata pubblicazione della semestrale e dei deludenti investimenti su innovazione ed energie alternative». I soci pubblici sono tirati in ballo, e a loro viene chiesto di intervenire immediatamente: «Devono intervenire con incisività sia per quanto riguarda le persone scelte come amministratori sia nel management operativo, per porre termine alla prepotenza dei soci privati che approfittano del balbettio che contraddistingue proprio i soci pubblici».
A nome del suo sindacato, Alotti chiede che questi ultimi indichino nuovi rappresentanti nel cda e procedano anche al cambio dell’amministratore delegato: «Ma anche di tutto il ma management — afferma Alotti — per una svolta che sia davvero strategica per la società. E senza andare a ripescare — aggiunge — fra vecchi componenti di consigli di amministrazione passati o dirigenti e manager che per le più diverse ragioni hanno lasciato il gruppo societario in questione. Sono necessari aria
nuova, maggiori competenze, magari guardando anche fuori provincia, pescando le migliori risorse da società che hanno già attraversato il deserto della modernizzazione, alcune delle quali arrivate anche alla quotazione in borsa. E serve un indirizzo strategico sociale diverso dal perseguimento di dividendi per gli azionisti privati ma anche pubblici, perché i bilanci dei comuni — aggiunge il sindacalista — non possono dipendere dai dividendi fatti sulla pelle di imprese e famiglie trentine».
Alotti immagina anche il possibile futuro della società energetica, «che dovrebbe mirare alla costruzione di un sistema più forte e diversificato, capace di smarcare una comunità autonoma come la nostra dalla dipendenza delle energie fossili e dai fornitori esterni delle nostre imprese e famiglie. Già oggi in Trentino si produce più energia di quella che si consuma, e da fonti pulite». Situazione che per il sindacato confederale è addirittura «paradossale»: «Infatti è proprio un paradosso che svendiamo energia ai concorrenti esterni per poi ricomprarla a caro prezzo. La nostra peculiarità va trasformata in un vantaggio competitivo forte, per far avere alle nostre imprese e famiglie energia prodotta in casa a basso prezzo». Per Alotti «il rinnovamento dell’azienda deve consentire infine un ridimensionamento dell’indebitamento, una strategia del debito esclusivamente orientata agli investimenti migliorativi».

 

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