Il T – 30 maggio 2024

Alotti (Uil): «Più controlli, anche nelle piccole aziende». Le minoranze: «La Provincia stanzi fondi per la prevenzione»

Il dibattito Il presidente degli Artigiani: «Quando muore uno di noi se ne va una parte della nostra famiglia. Creare ambienti più sicuri»

Le morti sul lavoro degli ultimi giorni, che hanno coinvolto in incidenti fatali sul lavoro tre trentini, hanno scatenato l’opinione pubblica. Alla luce del dramma dei decessi, che da inizio anno in Trentino sono stati 12, la minoranza in consiglio provinciale ha presentato una mozione, chiedendo alla Giunta provinciale di «destinare risorse pari ad oltre 4 milioni di euro sulla cultura della prevenzione e della sensibilizzazione in materia di sicurezza sul lavoro, in particolare per l’edilizia, l’agricoltura e la filiera del legno» e di istituire la figura del «Rappresentante per la Sicurezza territoriale (RLST)», introducendo la formazione continua dei lavoratori.

I controlli Per il segretario generale di Uil, Walter Alotti, la promozione della cultura della sicurezza non è sufficiente: «Chiediamo oltre la prevenzione una maggiore e massiccia sorveglianza da parte delle forze dell’ordine. Oltre alla Uopsal e ai Carabinieri chiediamo che altre forze di polizia professionalizzate possano partecipare alle verifiche sul campo dei cantieri e sul posto di lavoro». La prevenzione e l’informazione non sono quindi sufficienti. Per risolvere questa situazione, definita dallo stesso Alotti «allo sbando», ci sono tanti modi per impedire che queste cose accadano. «Servono droni per verificare se gli operai e i lavoratori si stanno muovendo nella maniera giusta. Si possono utilizzare anche molti altri strumenti digitali – spiega – Quello che il sindacato propone sono nuovi corpi di polizia che partecipino alla attività di passaggio sul territorio. Se i vigili municipali di Trento ad esempio controllassero ogni tanto i cantieri che ci sono in giro per la città forse le cose potrebbero cambiare». Ma servono anche corsi per la sicurezza migliori, che forniscano minime conoscenze di base, tecniche e specialistiche. «Si vedono in giro ancora troppi operai senza elmetto o cintura, le cose devono cambiare. Ma se non c’è nessuno che verifica queste violazioni delle norme siamo punto e a capo».

L’associazione artigiani Il presidente degli artigiani trentini Andrea De Zordo ricorda di aver incontrato Natalino Paradisi pochi giorni prima della tragedia proprio nel piazzale dell’incidente: «Ero andato alla festa per l’inaugurazione della nuova linea produttiva di Legno Valsugana e ho visto il povero Natalino proprio lì». De Zordo ricorda che le morti sul lavoro fanno parte di un «problema sistemico enorme». «Questi decessi ci fanno riflettere. Per noi è sempre una tragedia quando muore un artigiano. Sembra sempre che se ne vada una parte della nostra famiglia, è necessario creare un ambiente sicuro, formando i datori di lavoro e loro dipendenti».

 

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