26 febbraio 2022 – Corriere del Trentino

Alternanza scuola-lavoro, gli studenti chiedono sicurezza

Si è tenuto ieri, nella sala Gabardi di via Muredei, l’incontro «Più scuola, più lavoro, più sicurezza» alla presenza di Cgil Cisl Uil, Rete Studenti medi, Unione degli Universitari, Iti Marconi, Itt Buonarroti e con la partecipazione della soprintendente scolastica Viviana Sbardella: «Il modello trentino dell’alternanza scuola-lavoro — ha affermato — è avanzato e attento alla sicurezza. Un momento formativo apprezzato dagli studenti e richiesto dalle famiglie». Ma anche alla luce dei due gravi infortuni mortali che negli ultimi mesi hanno colpito due studenti in stage, le componenti studentesche hanno sottolineato i limiti e i rischi di «un lavoro vero e proprio che non è tutelato né remunerato»: «Entriamo nelle aziende impreparati, senza alcuna formazione — afferma Emma Menaspà degli studenti medi — senza sapere nulla sui diritti dei lavoratori». Critico anche Federico Amalfa, di Udu: «Ci sono tirocini obbligatori all’università, ma anche facoltativi, che però sono spesso incompatibili con le lezioni e non vengono retribuiti». Per Manuela Faggioni, della segreteria della Cgil «non va demonizzato lo strumento dell’alternanza scuola-lavoro»: «Ma va controllato l’uso o l’abuso che se ne può fare. È uno strumento migliorabile, però riteniamo che l’esperienza trentina sia positiva». Ma ci sono dei nodi da affrontare: «Il datore di lavoro non può pensare di avere manodopera gratis e va data massima attenzione alla sicurezza. La modalità corretta per inserire giovani in azienda, anche come tirocinio o alternanza, è quello del contratto di apprendistato».

Per Walter Alotti (Uil) invece, il problema è organizzativo: «Il rischio è quello che ragazzi di scuole meno tecniche si trovino a lavorare in contesti che richiedono una preparazione più ampia. Per noi è positivo che con l’alternanza si consenta agli studenti di parlare con i sindacati, così da capire l’importanza delle rappresentanze». Infine, un esempio di impresa virtuosa: la Pama di Rovereto (settore metalmeccanico) che dal 2017 ha aperto una scuola “interna”, dando lavoro a oltre 25 studenti. «Riteniamo l’alternanza fondamentale, permette di conoscersi a vicenda – ha concluso il direttore di stabilimento, Alessandro Bressan – Inseriamo i giovani neo-diplomati in azienda per un periodo di sei mesi, in cui forniamo istruzione teorica e pratica, con oltre 50 ore sul tema della sicurezza».

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