l’Adige – 10 settembre 2022
«Altro che concertazione, ci tagliano fuori da tutto»
TRENTO Via lavoratori e sindacati dalla legge sugli incentivi e i sostegni alle imprese per fare in modo che sulle politiche industriali, di fatto, decidano solo gli imprenditori. Questa la lettura che danno Cgil, Cisl e Uil della riforma della legge 6 dopo aver partecipato l’altra sera ad un incontro di presentazione formale con l’assessore Spinelli.
«La scelta di eliminare la procedura negoziale -attaccano i tre segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti (nella foto) -è grave e ha il solo scopo di estromettere lavoratori e sindacati da ogni forma di controllo e monitoraggio sugli incentivi».
Secondo i sindacati i n questo modo viene meno ogni strumento in mano alle organizzazioni dei lavoratori per negoziare i livelli occupazionali minimi da rispettare per chi riceve contributi pubblici, pagati tutti con le tasse dei lavoratori e dei pensionati trentini. «Nessuna negoziazione e, di conseguenza, mani libere: saranno solo la Giunta e la singola impresa a fissare i vincoli».
Secondo la tesi delle parti sociali, eliminando ogni coinvolgimento dei sindacati viene meno anche ogni forma di partecipazione dei lavoratori che verranno lasciati soli, in balia delle decisioni aziendali senza alcun supporto. «Una decisione -spiega la nota unitaria -che scardina uno dei principi su cui fino ad oggi si sono costruite le politiche industriali in provincia: la concertazione».
I tre segretari tornano poi a ribadire come dalla giunta non siano venute ancora risposte sui vincoli contrattuali per le aziende che beneficiano degli incentivi. «Sono mesi che chiediamo a Fugatti e Spinelli di premiare solo le aziende che applicano i contratti collettivi firmati da sindacati e associazioni datoriali realmente rappresentativi. Con mille scuse, anche di questo la giunta ha deciso di lavarsene le mani». Secondo la tesi delle tre confederazioni, la giunta tederebbe
ad «aprire le porte ai sindacati di comodo garantendo gli incentivi anche alle aziende che, applicando i contratti pirata, peggiorano le condizioni salariali e le tutele dei lavoratori e fanno concorrenza sleale alle imprese oneste che applicano i contratti rappresentativi».
«Con questo disegno di legge Spinelli si rimangia anche l’impegno alla concertazione condiviso negli Stati generali del lavoro, anzi inizia la fase di demolizione di ogni ipotesi di partecipazione di lavoratrici e lavoratori alle politiche industriali», proseguono i tre sindacalisti. Cgil, Cisl e Uil, per altro, vogliono anche sottolineare il buono della bozza di riforma della legge 6: da un lato la previsione di premialità per imprese che investono in salute e sicurezza, dall’altra il sostegno al welfare aziendale. «Rappresentano due passi avanti nella giusta direzione. Ma anche su questo l’esecutivo è coerente e non prevede nessun coinvolgimento».
Per i sindacati, dunque, il disegno di legge nasconde dietro l’ obbiettivo di semplificare l’iter normativo la volontà di tagliare fuori i lavoratori e affossare ogni forma di reale concertazione.
Scarica il pdf: ADIGE concertazione ART 100922
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