10 settembre 2016 – Trentino
Buona scuola in Trentino – Ambiti territoriali e chiamata diretta
Le schede UIL Scuola
Inizia con il numero odierno, e seguirà per altre tre puntate, una analisi delle novità più importanti introdotte dalla legge provinciale 10/16, che ha modificato la legge provinciale sulla scuola, la L.P. 5/06. Mente il 12 giugno u.s. il Consiglio Provinciale approvava la cosiddetta “buona Scuola in salsa trentina”, dal resto del territorio nazionale si alzava il giudizio negativo sul primo anno di applicazione della riforma, tanto da poter leggere su di un quotidiano nazionale: “la buona scuola ripete l’anno”.
Inutile ricordare di come la UIL Scuola abbia cercato in più riprese di porre rilievi e proposte per evitare errori. E non sempre lievi. Con l’introduzione degli ambiti territoriali e della chiamata diretta si è parlato di trasformazione genetica della Scuola Pubblica in Privata, di AutonoSua, piuttosto che di AutonoMia.
Ebbene, oggi si affronterà per primo proprio il tema della cosiddetta “chiamata diretta” dei docenti, da parte del Dirigente Scolastico.
La prossima settimana presenteremo due schede su “autonomia scolastica”, che dovrebbe essere pedagogica, didattica, organizzativa, funzionale e “alternanza scuola – lavoro”. In seguito affronteremo i temi del “precariato” e del ruolo e della dignità del “personale ATA”, nella scuola così riformata.
Infine porremo all’attenzione dei lettori due schede, focalizzando i temi del “merito – valutazione” e del “rinnovo contrattuale”.
Chi si è preso sulle spalle il pesante fardello, la responsabilità di aver approvato una legge inefficace e, soprattutto, dannosa per i nostri ragazzi, dovrà fermarsi ed innescare un processo di virtuoso ripensamento.
Ambiti territoriali e chiamata diretta
L’ART. 84 bis della legge trentina sulla scuola 5/06, introdotto con le modifiche approvate dal Consiglio Provinciale il 12 giugno scorso e confluite nella nuova legge 10/16, prevede che d’ora in poi i docenti neo-assunti in ruolo siano assegnati agli “ambiti territoriali”.
L’ampiezza di tali ambiti, che potranno essere distinti anche per cicli o gradi d’istruzione, sarà definita dalla Giunta provinciale tenendo conto della demografia scolastica e delle caratteristiche del nostro territorio, certo più impervio di altre zone del restante territorio nazionale (dove ciascuno può comprendere fino a quarantamila studenti, popolazione che in Trentino consentirebbe la creazione, in pratica, di un solo ambito per le scuole secondarie e al massimo due per le primarie). Il personale scolastico assunto a tempo indeterminato entro l’a.s. 2016/17 conserverà la titolarità presso l’istituzione scolastica cui è stato assegnato al momento dell’entrata in ruolo, a meno che non richieda di partecipare a future operazioni di mobilità, che lo porrebbero nella stessa condizione dei colleghi neo assunti.
L’assegnazione dei docenti all’ambito territoriale rappresenterà un unicum fra dipendenti della scuola, nel senso che i soli insegnanti saranno d’ira in poi privi di una sede definitiva, a differenza di tutte le altre figure professionali (dirigenti, amministrativi, tecnici, ausiliari, assistenti educatori) che avranno ancora titolarità di sede. Tale “precarizzazione” dei docenti di ruolo non influirà in alcun modo sui canali di reclutamento, che continueranno ad essere gli stessi: graduatorie provinciali per titoli, fino al loro esaurimento, e concorsi. Se quindi l’obiettivo della nuova legge provinciale 10/16 è quello di una diversa e più rigorosa selezione in ingresso, posto che ve sia bisogno (non è da anni pacifico che la scuola trentina è ai più alti livelli di qualità, anche e soprattutto grazie al personale docente che vi opera?), ebbene, tale obiettivo non può ritenersi raggiunto. E neanche perseguito.
Neppure è stato raggiunto, mediante questa “precarizzazione”, l’obiettivo che si propone a livello nazionale la legge 107/15, ove la creazione degli ambiti si è rilevata funzionale a un pur discutibile – ma drasticamente efficace – ampliamento della base delle assunzioni, in termini di organico potenziato dell’autonomia. In Trentino preesisteva la dotazione organica provinciale speciale, sulla quale non a caso la UIL Scuola aveva avanzato la proposta di applicazione esclusiva degli ambiti territoriali, mantenendo per tutti i docenti assunti su organico di diritto la titolarità di sede.
A ben vedere, il sistema degli ambiti persegue una logica diversa, esplicitata dalla modifica dell’art. 23, dove una serie di sette nuovi commi stabilisce l’assegnazione dei docenti alle singole istituzioni dell’ambito di titolarità da parte dei dirigenti; sulla base, certo, del piano triennale dell’offerta formativa di ogni istituto, ma ammettendo una discrezionalità che preoccupa soprattutto in termini di “privatizzazione” (si veda la comicità involontaria del comma 4 ter: «Prima di proporre gli incarichi il dirigente dell’istituzione definisce i criteri volti a orientarlo»). Saranno davvero liberi nel quotidiano agire didattico, i colleghi assegnati d’ora in poi all’ambito territoriale, o non dovranno piuttosto adeguarsi con abilità camaleontica al clima che si respira nelle scuole, alle tendenze imposte dai dirigenti di più spiccata “personalità”, per risultare più appetibili e quindi essere scelti? Quest’ultima, a ben vedere, è l’incognita che aleggia sul futuro della scuola. Trentina e non solo.
Scarica il pdf: Ambiti territoriali e chiamata diretta ART 10(9)16
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