01 ottobre 2019 – Trentino

«Appalti, giuste le tutele ma no a vincoli alle aziende»

Verso la nuova legge. Il presidente di Confindustria Manzana avverte giunta e sindacati: «Vedo rischi di stagnazioni». Ieri, intanto, incontro giunta-parti sociali sulla clausola sociale

«Siamo i primi a volere la tutela dei lavoratori nei cambi di appalto. Ma attenzione a non ingessare troppo la libertà di impresa: se un’azienda è in grado di rispondere alle esigenze della pubblica amministrazione salvaguardando al contempo i diritti dei lavoratori ma mettendo in campo maggiore efficienza è giusto che sia libera di muoversi. Senza questi spazi di manovra viene meno la stessa libertà di “imprendere”».
Il presidente di Confindustria Fausto Manzana sintetizza così il pensiero suo e dell’associazione rispetto al disegno di legge che la giunta provinciale intende presentare a breve in tema di cambi di appalto, con un notevole rafforzamento della clausola sociale che prevederebbe per l’imprenditore l’obbligo di riassunzione dei lavoratori alle stesse condizioni contrattuali ed economiche del precedente appalto nel caso di servizi ad alta intensità di manodopera.
Da Confindustria nessuno stop preconcetto sul tema, ma la richiesta di cautela e di riflessione per evitare eccessive rigidità a carico delle aziende, quella sì. «Giusto salvaguardare l’anzianità del lavoratore continua Manzanza ma al contempo deve essere data all’impresa la possibilità di organizzarsi e riorganizzarsi come meglio crede. I lavoratori sono elementi preziosissimi per un’impresa, ma nella bozza di disegno di legge che ci è stata presentata dalla giunta noi intravvediamo un alto rischio di stagnazione rispetto alle possibilità di innovazione imprenditoriale».

Il nuovo ddl sugli appalti, intanto, è stato ieri al centro di un incontro tra il direttore generale della Provincia Paolo Nicoletti e i sindacati. «Il ddl – spiega una nota di Cgil, Cisl e Uil – fornisce finalmente un’interpretazione autentica della clausola sociale, coerente con quanto peraltro già definito nel protocollo d’intesa del 2010 e da successivi atti, ed con le stesse interpretazioni date al Tavolo appalti dai sindacati». «È positivo che la giunta provinciale prenda posizione su un tema così spinoso e che tiene in scacco moltissimi lavoratori, che ogni cambio appalto vedono peggiorate le loro condizioni di lavoro – hanno ricordato i segretari generali Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti -. In questo modo sarà chiaro in maniera non più interpretabile che negli appalti di servizio a fronte di una continuità organizzativa ai lavoratori e alle lavoratrici dovranno essere garantite le stesse condizioni di inquadramento e retributive, oltre che il posto di lavoro”. Resta la consapevolezza che un provvedimento di tal tipo poteva essere assunto in tempi più rapidi per via amministrativa. La questione appalti in provincia non si chiude con questo, pur apprezzabile, disegno di legge. Come noto nella definizione dei capitolati di gara ci sono le regole da rispettare e ci sono le scelte politiche a monte che definiscono anche le risorse da mettere in campo per un determinato servizio. Serve poi prendere in considerazione la possibilità di costruire gare solo sull’offerta tecnica, per gli appalti ad alta intensità di manodopera. È questa l’unica maniera di evitare il ricorso al massimo ribasso sulla pelle dei lavoratori. Va preso in considerazione il tema dei controlli in fase esecutiva, oggi totalmente sottovalutato e va affrontata con coraggio anche l’ipotesi di considerare la possibilità di trovare soluzioni diverse dalle esternalizzazioni per alcune tipologie di servizi e in determinate situazioni, riportandole ad una gestione interna».

 

Scarica il pdf: appalti ART 011019