Trentino, Corriere del Trentino – 09 febbraio 2023
Asili a luglio, mille maestre in assemblea per dire «no»
Il teatro auditorium Santa Chiara non basta. Tutti i posti — 836 — sono occupati, da insegnanti e personale ausiliare della scuola dell’infanzia. L’assemblea, convocata a Trento, si sdoppia all’aula magna dell’Istituto tecnico «Buonarroti». Ma anche lì gli spazi sono stretti. La sala non può accogliere più di 250 persone. La rabbia di altre trecento lavoratrici passa allora nei cortili esterni o via Meet, da un pc o uno smartphone. Una partecipazione che sorprende perfino le organizzazioni sindacali: Cgil, Uil, Cisl e Satos. Da tutto il Trentino, ieri mattina, sono arrivate quasi 1.500 lavoratrici per dire «no» al calendario esteso a luglio e al disegno di legge (ddl) «Masè» sul sistema unico 0-6 anni. Che in un certo senso rappresentano solo la punta dell’iceberg.
Verso lo sciopero
«I nodi che il personale deve sciogliere ogni giorno durante tutto l’arco dell’anno scolastico sono molti altri e per farlo è soggetto a richieste di flessibilità di ogni genere, non contemplate dal contratto né riconosciute economicamente — hanno spiegato i sindacalisti — Solo per citarne alcuni si pensi all’elevato numero di bambini per sezione, alla carenza di organico e personale qualificato per i bambini con Bes».
Una situazione che ieri ha portato la stragrande maggioranza delle lavoratrici a votare a favore di un pacchetto di azioni di protesta «destabilizzanti»: dall’astensione dalle attività organizzative funzionali alla scuola e non riconosciute all’interno del monte ore alla sostituzione di colleghi assenti solo su disposizione scritta, fino al diniego a rispondere al telefono fuori orario di lavoro. Se dalla Provincia non arriveranno segnali di apertura, a marzo, in corrispondenza alla discussione del ddl «Masè in consiglio provinciale, ci sarà uno sciopero unitario. Una strada condivisa appunto da quasi 1.500 lavoratrici, cioè poco meno della metà del personale delle scuole infanzia tra insegnanti e ausiliari (complessivamente sono circa 3.300, di cui 2.300 docenti).
Zerosei e apertura a luglio
Certamente il prolungamento del calendario scolastico al mese di luglio e la proposta della consigliera di maggioranza Vanessa Masè (La Civica) sullo «0-6» hanno avuto un effetto detonatore.
«Nessuno di noi aveva letto nel programma elettorale del centrodestra l’ipotesi di un allungamento dell’attività a luglio e di un disegno di legge sul sistema integrato nidi e scuole dell’infanzia — ha osservato dal palco Pietro Di Fiore, segretario della Uil Scuola — Ora l’unica possibilità per far cambiare rotta alla giunta è togliere continuità a chi governa. Ci saranno pure quattro mamme disposte a votarli, ma ci sono migliaia di persone che lavorano nella scuola che si ricorderanno di tutto questo. Dobbiamo tenere sotto tiro tutto il consiglio provinciale».
L’apertura a luglio — è stato messo in evidenza — «non è frutto di alcun progetto né di alcuna riflessione pedagogica o educativa, al contrario rappresenta una scoria delle misure emergenziali adottate durante il picco della pandemia». «Non siamo un servizio conciliativo — ha chiosato Candida Berlanda della Cisl Scuola — Se la giunta vuole aiutare le famiglie lo faccia in un altro modo». Molti dubbi sono stati espressi anche sul ddl Masè. «Che mette in campo modifiche davvero importanti — ha aggiunto Berlanda — Rispetto al primo testo, quello emendato qualche piccolo miglioramento lo lascia intravedere, ma restano nodi sui quali ci sarebbe stato bisogno di un confronto preventivo. Prima di proporre sperimentazioni bisogna risolvere i problemi che ci sono». Intanto domani il disegno di legge approderà in commissione consiliare.
«La giunta — ha concluso Raffaele Meo, segretario della Flc Cgil — vuole creare una polarizzazione tra famiglie e personale delle scuole dell’infanzia: un modo scorretto di impostare la partita che dà la cifra dell’atteggiamento della Provincia. Dovremo essere pronti a qualsiasi slealtà intellettuale». L’assessore provinciale all’istruzione Mirko Bisesti non ci sta. «In questi anni, a fronte di migliaia di bambini in meno, abbiamo mantenuto lo stesso numero di insegnanti e diminuito il numero di bambini per classe da 25 a 24: quando c’erano più risorse non è stato fatto. Non riconoscere questo è ingiusto — risponde alle accuse — Abbiamo voluto rendere l’apertura a luglio una misura strutturale perché la società è cambiata rispetto al passato: va incontro alle esigenze di bambini e famiglie. Se restiamo fermi è difficile vedere cambiamenti nella nostra provincia. Stessa cosa per il ddl Masè, un testo che ho preso in esame con attenzione e che mira a introdurre una cornice che oggi non c’è».
Scarica il pdf: TRENTINO CORRIERE IL T maestre ART 090223
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