04 gennaio 2022 – Trentino

Assegno unico per 70mila famiglie. Aiuti fino a 175 euro per ogni figlio. Coinvolti anche i figli maggiorenni. Nuclei numerosi: ulteriori sostegni. Richiesta da fare attraverso l’Inps. L’importo minimo è di 50 euro

TRENTO Arriva, a partire dal mese di marzo, l’Assegno unico universale. Anche in Trentino: «È già possibile presentare domanda — informano Cgil, Cisl, Uil e Acli — e potrebbero essere quasi 70.000 i nuclei familiari, con figli con meno di 21 anni di età, che ne beneficeranno».

Il provvedimento è stato varato definitivamente dal governo Draghi lo scorso 21 dicembre in attuazione del Family Act e sostituisce il vecchio assegno al nucleo familiare e le detrazioni fiscali per i figli. E proprio in tema di detrazioni, il provvedimento inciderà sulle casse provinciali: «L’eliminazione delle detrazioni fiscali per carichi familiari prevista dal governo produce un ingente extragettito per le casse di Piazza Dante. A regime — osservano i sindacati — si potrebbe trattare di circa 60 milioni di maggiori entrate per la Provincia. Se vogliamo davvero invertire il progressivo calo delle nascite che ha caratterizzato anche il 2021 in Trentino questi soldi debbono essere reinvestiti nelle politiche per le famiglie».

«A partire da marzo, quando verranno staccati i primi assegni — spiegano Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl), Walter Alotti (Uil) e Luca Oliver (Acli) — molte famiglie riceveranno contributi più sostanziosi rispetto al passato. Alcune però riceveranno meno. Per questo è fondamentale che la Provincia continui ad investire sull’Assegno unico provinciale e sui sostegni alle famiglie». E con la prospettiva di maggior gettito, per le organizzazioni sindacali è un dovere insistere su questo terreno: «Non bastano interventi spot, ma politiche strutturali che investano sull’autonomia dei giovani e sul loro inserimento lavorativo stabile, sull’occupazione femminile, sul potenziamento dei servizi di conciliazione. Su questo fronte il Trentino deve fare di più». Il nuovo Assegno unico universale non prevede un meccanismo simile a quello usato da Trento e Bolzano sul reddito di cittadinanza, e questo fa sì che alcune famiglie riceveranno meno, a parità di condizioni economiche, rispetto ad altre famiglie venete o lombarde: «Questo perché con i soldi dei trentini la nostra Provincia da sempre investe di più sulle famiglie. Non si tratta di cifre imponenti — spiegano i sindacalisti — ma resta un vulnus rispetto alle competenze dell’Autonomia. Abbiamo sollevato la questione più volte, ma la giunta Fugatti non ha mai voluto aprire un confronto, né concordare una strategia, ed ora a guadagnarci saranno lo Stato e l’Inps».

Ma cosa prevede il nuovo Assegno unico universale? Anzitutto una novità: se prima l’intervento riguardava solo le famiglie con figli minorenni, per la prima volta sono inclusi i figli maggiorenni fino al compimento del ventunesimo anno purché studino, lavorino con un reddito inferiore a 8.000 euro annui o siano in cerca di impiego. Serve in ogni caso un Isee valido per il 2022 da richiedere presso i Caf abilitati, e le domande sono presentate anche dai patronati all’Inps: primi pagamenti a partire da marzo con arretrati garantiti se si fa richiesta entro il 30 giugno. L’assegno varia da un minimo di 50 euro mensili fino ad un massimo di 175 euro per ciascun figlio. Ma i benefici sono diversi in base alla condizione economica, al numero di figli, alla loro età e al fatto che i genitori lavorino o meno entrambi. I benefici massimi li raggiungono i nuclei familiari con un Isee pari o inferiore a 15.000, mentre a partire da valori Isee pari a 40.000 non si ottengono più di 50 euro mensili per ciascun figlio minore. Ma attenzione: non sarà più il datore di lavoro a riconoscere l’assegno in busta paga. Va infatti trasmessa una domanda all’Inps, anche attraverso i patronati, che poi trasferirà il corrispettivo sul conto corrente.

 

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