17 luglio 2020 – Trentino, Corriere del Trentino

Assunti 333 docenti precari I sindacati: «Non basta»

TRENTO La scuola trentina inizia a prendere forma in vista del rientro di settembre. Nella giornata di ieri sono state annunciate le immissioni in ruolo di 333 docenti a fronte di circa 300 pensionamenti. Le nuove immissioni in ruolo sono così divise: 140 per la scuola primaria (di cui 94 su posto comune), 60 sulla secondaria di primo grado, 128 su quella di secondo Grado e 5 insegnanti di Irc. Ma Uil scuola lamenta ancora 80 cattedre che rimarranno scoperte, in quanto non è mai stato assegnato l’organico potenziato dell’autonomia. «La cosiddetta “buona scuola” — scrive il sindacato —, in Trentino è stata attivata solo per le parti estremamente dannose». Uil scuola chiede di agire sulla legge di assestamento di bilancio che sta per essere approvata, estendendo le procedure concorsuali per soli titoli, con una modifica alla normativa vigente, riservate a tutti i docenti con più di 36 mesi di servizio, già inseriti nelle graduatorie d’istituto in Trentino.
«I numeri delle immissioni in ruolo sono buoni numeri — dichiara Pietro Di Fiore, segretario di Uil scuola —, superiori al dato dei pensionamenti e senza chiedere aumenti di ore e sacrifici per tutti. Eppur ci aspettavamo di più. Il delta — continua — è diventato il titolo di un brano musicale stonato. Un disco rotto quello della carenza di
insegnanti sul sostegno o delle graduatorie esaurite. Evidentemente una certa miopia continua ad affliggere gli uffici del Dipartimento. Chiediamo un cambiamento di rotta».
Il sindacato mostra soddisfazione anche per la discussione continua che si è aperta anche sul ritorno a scuola di settembre. L’incontro di ieri, in cui erano presenti anche l’assessore Mirko Bisesti e il direttore generale del Dipartimento istruzione Roberto Ceccato, è stato il terzo in due settimane. Uil scuola ha sottolineato l’importanza di garantire il più possibile la presenza dei ragazzi di ogni ordine e grado, progettando la didattica a distanza solo come soluzione d’emergenza in caso di un nuovo lockdown. Il sindacato si è concentrato anche sul far sì che le attività di doposcuola e di mensa siano svolte dal personale scolastico e non siano, come ipotizzato nella relazione della legga di assestamento, affidate a cooperative esterne. «Non permetteremo la vendita di pezzi della nostra offerta formativa ai privati senza titoli culturali relativi all’insegnamento», commenta Di Fiore.

 

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