07 settembre 2021 –  Trentino

Assunzioni boom: 8.110, il 35% in più

Balzo del lavoro negli hotel nelle fabbriche e nei cantieri

L’occupazione riparte trainata dal turismo ma anche dall’industria e dalle costruzioni. Nei primi sei mesi dell’anno in Alto Garda e Ledro le imprese hanno fatto 8.110 assunzioni, 2.134 in più dell’analogo periodo del 2020 pari ad un balzo del 35,7%. L’aumento riguarda tutti i settori economici, in testa il turismo con 3.805 chiamate al lavoro, 1.121 in più dell’anno scorso con un’impennata del 41,8%. Ma crescono anche l’industria manifatturiera con 676 assunti, 304 in più, quasi un raddoppio (+81,7%), e l’edilizia, che vede 365 assunzioni, 97 in più pari al +36,2%. Tassi di crescita di queste dimensioni sono comprensibili ricordando che nel primo semestre 2020 c’è stato il lockdown generale che ha fermato un bel pezzo del sistema economico. Se infatti facciamo il confronto col 2019, le assunzioni complessive sono ancora sotto di 1.576, cioè del 16,3%. Luglio e agosto, però, hanno confermato il trend e ormai i livelli dell’ultimo anno pre-pandemia non sono lontani.
Segnali di ripresa, secondo i dati dell’Agenzia del Lavoro, arrivano anche dagli altri comparti. In agricoltura qui in zona le nuove assunzioni sono 393, l’8,3% in più dell’anno scorso. Nel commercio sono stati chiamati all’impiego 536 lavoratori, 91 in più pari al +20,4%. Gli altri servizi del terziario registrano 1.537 chiamate al lavoro, con un aumento di 279 assunti pari al +22,2%. I servizi alle imprese crescono del 35,6% con 785 assunzioni, 206 in più dell’anno scorso.
Dalla dinamica delle cessazioni emerge che le uscite dal lavoro per pensionamento, dimissioni volontarie, licenziamento sono decisamente meno del solito: 4.497 in sei mesi, il 15,4% in meno del 2020 e il 31,3% in meno del 2019. I saldi occupazionali, quindi , sono nettamente positivi e in questo caso il 2021 batte perfino il 2019. Quest’anno le assunzioni superano le cessazioni di 3.613 unità, sono stati creati cioè oltre 3.600 posti di lavoro al netto delle uscite, mentre l’anno scorso il saldo era positivo per appena 660 unità, e questo si spiega con la difficile ripresa dopo il lockdown, ma nel 2019 il saldo era pari a 3.144 unità, molto buono ma inferiore ad ora. Nella complicata ripartenza di questo 2021, le imprese dell’Alto Garda e Ledro sono riuscite a creare 469 posti di lavoro in più dell’ultimo anno senza Covid.
Dai sindacati arriva la conferma che il mercato del lavoro si è rimesso in moto, ma anche l’allerta per i problemi dei lavoratori assunti, soprattutto quelli stagionali, precari e dei subappalti. Gli stagionali del turismo, ad esempio, fanno fatica a trovare casa, come è emerso dal confronto dei giorni scorsi tra Comuni, Provincia e categorie economiche (l’Adige del 28 agosto). «Come sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil abbiamo scritto al Comune di Arco, che ha ospitato la riunione, per chiedere un incontro sui problemi emersi e capire perché a quella riunione i sindacati non sono stati invitati» afferma Walter Largher, segretario della Uiltucs. Va precisato che il tavolo del 27 agosto era stato convocato dalle categorie, Associazione Albergatori, Confesercenti, Confindustria, Assoartigiani e altre non Confcommercio che ha partecipato ma senza essere tra i promotori e che sono state le categorie a presentare le loro proposte a Comuni e Provincia.
«In zone come Riva del Garda il mercato degli appartamenti turistici mette in difficoltà chi viene per lavorare, incide sui costi -sostiene Largher -Ci sono lavoratori che vanno ad abitare a Rovereto per pagare meno e la mattina partono per il Garda, ma poi magari restano bloccati nel traffico. Ci sono situazioni in cui dormono in quattro o cinque in un alloggio. Alle associazioni imprenditoriali dico che problemi come questi, la casa, i trasporti, possono far parte del contratto integrativo».
Un altro settore che sta vivendo un boom di attività e di occupazione è l’edilizia (l’Adige di sabato). Le assunzioni in Alto Garda crescono anche rispetto al 2019: +19,3%. Le ore lavorate aumentano del 21%, gli operai edili a livello provinciale sono a luglio 10.663, di cui 1.300 qui da noi. E il 40%, cioè 4.116 in tutto il Trentino, sono stranieri, in crescita di quasi il 14%.
In questo quadro possono moltiplicarsi casi di sfruttamento nei subappalti come quello emerso di recente nelle Giudicarie? «Visitiamo molti cantieri e il caso di Pieve di Bono sembra circoscritto -dice Matteo Salvetti, segretario della Feneal, gli edili della Uil -Tuttavia dobbiamo vigilare. Col boom dell’edilizia vengono attirati tanti lavoratori. Tornano gli stranieri, dall’Albania, dal Kosovo, che erano stati bloccati dalla pandemia. Ci sono operai che pensano sia meglio mettersi in proprio, aprire una partita Iva anche per i vantaggi fiscali, ma è un’imprenditoria fragile. Gli strumenti per vigilare ed evitare che si arrivi a casi di sfruttamento ci sono ma occorre alzare il livello dei controlli».

 

Scarica il pdf: ADIGE assunzioni ART 070921(1)