l’Adige – 03 luglio 2022
Autobus pericolosi, 4 denunce al mese
Sui mezzi pubblici in circolazione succede davvero di tutto: aggressioni agli autisti, liti tra passeggeri, musica a tutto volume che disturba gli astanti (e che, ovviamente, si lamentano) e perfino piccolo spaccio di droga. La fotografia che esce da chi, ogni giorno, porta in giro per la Vallagarina giovani e meno giovani è desolante. La terra di nessuno, per capirci, sembra essere mobile con i perdigiorno che salgono a bordo e trasformano il pullman in un ring piuttosto che in una piazza malfamata. L’allarme, da tempo, è stato lanciato sia dai conducenti che dai sindacati. Soprattutto dalla Uiltrasporti che, attraverso Nicola Petrolli, ha denunciato a più riprese il degrado e i rischi che si corrono sui mezzi del trasporto pubblico. Invocando, ovviamente, le telecamere.
Orbene, sui circa 150 autobus urbani ed extraurbani di Rovereto e della Vallagarina il Grande Fratello è stato installato. Ovviamente, secondo normativa privacy, l’azienda non ci butta mai… l’occhio ma conserva le registrazioni per metterle a disposizione delle forze dell’ordine. Che, ad oggi, ne richiedono la visione suppergiù quattro-cinque volte al mese. Tradotto significa che si è in presenza di una denuncia e dunque si tratta di materiale buono per il fascicolo della procura.
Al di là dei numeri, comunque, preoccupa l’inciviltà dilagante che si è impadronita dei bus. Che a Rovereto e dintorni sono decisamente tanti e dai quali, di quando in quando, arrivano segnalazioni di aggressioni o altri reati. Certo non si può dotare ogni mezzo di una pattuglia in presenza ma le telecamere a bordo riprendono tutto. Anche se, come detto, i filmati possono essere trattati solo dalle forze di polizia che intervengono in caso di denuncia formale presentata in caserma.
Su ogni veicolo, per essere più chiari, sono stati installati quattro dispositivi (uno davanti, uno dietro e due al centro) più una quinta telecamera indirizzata verso la porta centrale. Il problema sicurezza per autisti e viaggiatori, d’altro canto, è segnalato da anni. E, in verità, già dal 2016 la società ha avviato un processo di sorveglianza unificato. I vantaggi di questo sistema congiunto sono molteplici: un unico strumento consente facilità nelle operazioni di recupero immagini e le stesse possono essere scaricate da remoto, tramite comandi automatizzati e dunque all’occorrenza senza recarsi sul posto o a bordo.
La copertura video, almeno in Vallagarina, adesso è stata completata ma nonostante questo intervento gli episodi di violenza si moltiplicano. La statistica, è vero, parla di quattro querele al mese ma la realtà è un’altra visto che molte vittime di bullismo o suoi derivati preferiscono chiudere la tenzone una volta scesi dal pullman. Un problema non da poco, ovviamente, ma che mette in crisi la scelta degli enti pubblici di spingere la gente verso i tram lasciando a casa la macchina privata. Parlando di rotte a rischio, invece, la più «pericolosa» è la Rovereto-Riva del Garda dove i mariuoli sembrano darsi appuntamento. Non passa giorno, infatti, che il conducente non sia costretto a fermarsi e provare a convincere i «disturbatori» a scendere oppure ad allertare carabinieri e polizia. Un «hobby» che sta indisponendo non pochi i pendolari, spesso e volentieri fermi sul bus in attesa che la rissa o pseudotale venga sedata prima di poter tornarsene a casa.
Scarica il pdf: ADIGE trasporti ART 030722
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