Bando qualità. “Ad oggi nessun patto sui salari è stato sottoscritto da Cgil Cisl Uil”

Dichiarazioni dei segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti

“A scanso di equivoci e solo per fare definitivamente chiarezza, nessun patto sui salari del settore privato è mai stato sottoscritto dai sindacati trentini con la Giunta perché, dopo aver sollevato meritoriamente il tema dei bassi salari trentini in avvio di legislatura, il presidente Fugatti da maggio in poi non ha più convocato le organizzazioni sindacali, né ha ancora messo nero su bianco una sua proposta su come affrontare l’emergenza retribuzioni nella nostra provincia.
Le dichiarazioni fatte in questo senso oggi in conferenza stampa dalla Giunta in merito ai criteri inseriti nel cosiddetto “bando qualità” sono quindi da rettificare. La Giunta semmai smentisce se stessa visto che non può esibire alcun testo sottoscritto da noi nel quale si condividono impegni su come spingere ad aumenti dei salari del settore privato.
Anzi le proposte da noi avanzate in questi mesi sono state rigettate, in primis quella di adottare una disciplina dell’Irap in linea con quella prevista dalla Provincia Autonoma di Bolzano che, recentemente, sulla base di un accordo tra sindacati e datori di lavoro sudtirolesi, ha limitato gli sgravi fiscali alle sole aziende che rinnovano o introducono contratti aziendali o territoriali con incrementi economici.
Ribadiamo che il recente accordo sull’applicazione dei contratti collettivi nazionali nelle imprese che ricevono sussidi pubblici ai sensi della legge 6/2023 nasce da una richiesta sindacale del 2022 e stabilisce come soglia minima di regolarità appunto i ccnl stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative, ma non determina impegni all’incremento dei salari.
Sugli altri criteri per l’accesso ai sussidi provinciali, già presenti tra l’altro nella vecchia legge 6, avevamo avanzato proposte specifiche che sono state respinte. Così oggi le imprese che saranno vincolate al rispetto di specifici obblighi, potranno decidere senza alcun coinvolgimento delle rappresentanze sindacali se trasformare gli obblighi occupazionali in welfare aziendale o retribuzioni.
Ribadiamo al contempo la nostra disponibilità a riprendere le trattative per giungere quanto prima alla condivisione di misure che sostengano la contrattazione integrativa e spingano così ad un innalzamento reale dei salari che, in Trentino, sono in media più bassi rispetto alle regioni vicine.
Nel merito del bando qualità, licenziato oggi dalla Giunta, ribadiamo le nostre critiche in quanto riproduce quelli già visti nel 2020 e nel 2022 che sono costati alle casse pubbliche circa 100 milioni di euro. Il turismo vive tra l’altro da anni una fase di grande crescita e gli introiti del settore permettono alle imprese di sostenere i propri investimenti senza aiuti specifici. Bisognerebbe avere invece un piano per anticipare il rischio crisi nel settore manifatturiero, rilanciare gli investimenti più innovativi dell’industria trentina e attrarre nuove aziende tecnologicamente avanzate sul nostro territorio”.

8 novembre 2024