Corriere del Trentino – 14 gennaio 2024
Basta classi pollaio, Gerosa apre «Carriere, riforma da riscrivere»
TRENTO Il criterio che determina la formazione delle classi e dell’organico potrà essere rivisto. La neo assessora all’istruzione Francesca Gerosa apre ai sindacati sulla possibile riduzione del numero di studenti per classe, mentre sulla riforma carriere «ripartiremo daccapo», afferma, riflettendo sul tema della valorizzazione dei docenti. La vicepresidente boccia invece l’idea dei presidi di dare maggiore autonomia agli istituti scolastici per il reclutamento dei docenti.
Assessora, l’agenda di queste settimane è fitta di incontri. I temi sul tavolo sono tanti, partiamo dalla denatalità. Ci sono sempre più banchi vuoti, le piccole scuole sono a rischio chiusura o si continuerà con il sistema delle pluriclassi?
«Le pluriclassi credo siano una realtà importante, prima il limite numerico era fissato a 60 e poi è stato abbassato a 50. Credo però che sia importante mantenere in vita le scuole anche nei territori più decentrati come presidio e servizio per le famiglie». I sollecitano una revisione del sistema che cancelli le «classi pollaio», intervenendo sul numero minimo degli studenti per classe. È d’accordo?
«Nella scuola dell’infanzia il numero minimo era 25 ed è stato abbassato a 24. La richiesta è quella di mantenere questa composizione e la mia intenzione sarebbe questa. Stiamo facendo un’analisi delle coperture perché un bambino in meno per classe costa complessivamente circa 2,2 milioni euro l’anno. Per quanto riguarda gli altri ordini e gradi, dove attualmente sono 25 gli studenti per classe (numero inferiore rispetto a quello nazionale) credo che prima di dire quale sarà la composizione servirà fare un’analisi approfondita perché non tutte le classi trentine sono composte da 25 studenti. Ho già dato indicazioni di verificare qual è la percentuale, non è uniforme. sindacati Quando avrò questa mappatura potrò capire su che numeri si può ragionare». Quindi è un’apertura? I sindacati ipotizzavano un abbassamento a 18 studenti.
«Diciotto è tanto, devo avere un quadro per capire le coperture. Comunque la mia è un’apertura, che però deve trovare supporto nei numeri. Questo tema è legato anche ai docenti, non possiamo perdere cattedre».
Classi più snelle agevolerebbe anche la gestione dei bambini con bisogni educativi speciali (Bes).
«Attualmente se c’è un ragazzo Bes si passa da 24 a 23 studenti per classe, il problema è capire cosa succede se sono di più. È un tema importante, le famiglie devono sapere che hanno un supporto nella scuola. Sto analizzando questa problematica anche in merito agli istituti professionali dove non è previsto l’insegnante di sostegno».
Altro tema divisivo riguarda i concorsi, secondo i dirigenti scolastici è un sistema che andrebbe superato. Un dato: più del 25% degli insegnanti è precario e il numero delle cattedre vacanti supera quello delle immissioni a ruolo.
«Il problema è che ci sono sempre meno docenti che si iscrivono ai concorsi perché oggi l’insegnamento è visto come un lavoro poco attrattivo e c’è troppa incertezza. Una delle proposte che mi è stata fatta è elaborare un piano assunzionale e una pianificazione pluriennale dei concorsi per dare maggiore stabilità in prospettiva. Questa potrebbe essere una strada».
I presidi chiedono maggiore autonomia agli istituti scolastici nel reclutamento dei docenti. Cosa ne pensa?
«Lo escluderei per diversi motivi. I dirigenti scolastici mi chiedono di tornare a fare i dirigenti e quindi diminuire i carichi amministrativi e sburocratizzare, e su questo sono d’accordo, pertanto dare una maggiore autonomia alle scuole nell’assunzione dei docenti va nella direzione contraria. Fare concorsi è un carico amministrativo importante, se invece si pensa a una soluzione che non sia un vero e proprio concorso mi fa pensare alle scuole come a piccoli feudi».
Il progetto di riforma delle carriere dei docenti è stato bocciato da gran parte del mondo
della scuola, quali strategie si deve mettere in campo per valorizzare i docenti?
«Si deve ripartire daccapo, prendendo ciò che c’è di buono dal ddl carriere, a partire dal concetto di merito, ma il percorso deve essere il più condiviso possibile. La scuola trentina ha docenti validissimi, ma non tutti sono bravi uguali, quindi, visto che parliamo della formazione dei nostri ragazzi, è importante capire come attivarsi per quei docenti che non fanno un buon servizio alla scuola e ai nostri ragazzi».
Parliamo di abbandono scolastico, il 17% dei ragazzi tra i 18 e i 29 anni, non studia e non lavora.
«È un fenomeno molto preoccupante. Dobbiamo interrogarci partendo dai ragazzi, incontrò il direttivo della Consulta degli studenti. Molti ragazzi che abbandonano gli
studi fanno parte del mondo delle scuole professionali, vorrei aprire una parentesi su queste. C’è tanto lavoro da fare e vorrei far capire alle famiglie e agli studenti che le professionali non sono scuole di serie B, si formano ragazzi con competenze fondamentali per la nostre aziende. Proporrò qualche riforma».
Qualche anticipazione?
«Non ora. Credo però sia importante la sinergia tra la scuola e le aziende che devono essere le prime a far capire l’importanza di portare a termine i percorsi formativi».
Scuola dell’infanzia, lei ha annunciato una nuova valutazione del prolungamento del calendario scolastico. Può spiegare meglio?
«Il mese di luglio va riorganizzato, non cancellato. Quest’anno ci sarà il primo vero banco di prova dell’iscrizione alla scuola dell’infanzia su 11 mesi, voglio capire quante sono effettivamente le famiglie che usufruiscono di questo servizio, perché ha un costo».
Pensa a una quota di iscrizione? «Sto facendo una valutazione».
Ricorderà sicuramente il caso dell’atleta dell’Aquila Basket «promosso» dal Tar, quali strategie si possono mettere in campo per una migliore conciliazione tra sport e scuola. Quanti sono i tutor?
«Per l’anno 2023-24 i tutor sportivi sono 108. Dobbiamo studiare delle strategie, credo che sia fondamentale dare la possibilità agli studenti di formarsi a scuola e in ambito sportivo, senza metterli nelle condizioni di fare delle scelte».
Gerosa, i ragazzi dell’Istituto Pertini svolgono l’attività nei container dal 2017. Non è più sostenibile.
«Era stato previsto nell’appalto un prefabbricato che in prospettiva potrà essere utilizzato per la mensa o altri spazi e attualmente per ospitare i ragazzi, questa è la priorità. Ho già parlato con Apac, voglio accelerare e credo che entro fine anno sarà realizzato e i ragazzi potranno entrare».
Assessora, pensa a una riorganizzazione del Dipartimento istruzione? Il dottor Roberto Ceccato sarà confermato?
«Non ho ancora fatto una riflessione su questo, i tempi della riorganizzazione come previsto dalla legge sono 120 giorni, si stanno facendo gli approfondimenti».
Scarica il pdf: CORRIERE Gerosa 140124
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