Bilancio Itea 2020- Fallimento politiche abitative trentine.
Bilancio sociale ITEA 2020: costante il calo dell’offerta di alloggi pubblici in affitto. Quasi azzerate le nuove costruzioni (7 ) nel 2020, precipita anche il dato degli alloggi di risulta riassegnati alle famiglie -25%. La UIL chiede la riforma della “Legge Dalmaso” (2005). ITEA si concentri sul reperimento di alloggi da consegnare alle famiglie o alla ristrutturazione di immobili pubblici in stato di abbandono.
Il Bilancio Sociale ITEA 2020 dà notizia di solo 7 nuove costruzioni assegnate alle famiglie, contro le già poche decine (37) del 2019, inferiori addirittura alle 10 assegnate dal 2007, e altra notizia negativa, anche di un numero di alloggi di risulta in ulteriore forte calo (circa il -25%): 235 nel 2020 contro i 324 nel 2019 ( la più bassa assegnazione di questa tipologia dal 2007, pari a quelle dell’annus horribilis 2014 (234).
In sintesi il Piano Straordinario di Edilizia Sociale 2007- 2016, a fronte dell’obiettivo di 3000 alloggi di risulta, 3000 appartamenti nuovi e 3000 alloggi a canone moderato, ha messo a disposizione, a tutto il 2020, 5219 alloggi di risulta, 1129 costruzioni nuove e solo 500 alloggi a canone moderato (housing sociale). Fra l’altro la Convenzione con Finint e Cassa Depositi e Prestiti per l’Hausing Sociale, scaduta a fine 2018 continua a non essere rinnovata, facendo prevedere un ulteriore arretramento e rallentamento dell’offerta di alloggi pubblici in Provincia.
Per la UIL del Trentino le soluzioni abitative di edilizia sociale nella nostra Provincia non possono passare più solo per l’estensione della platea dei beneficiari dell’integrazione canone alle locazioni private (in calo anch’essa dal 2019 per l’introduzione del vincolo di 10 anni di residenza dei richiedenti) ma, piuttosto, attraverso un vero concreto rilancio dell’edilizia pubblica sociale e dei piani di hausing territoriale che realizzino alloggi a canone moderato da affiancare a quelli a canone sociale, già costituenti il patrimonio abitativo ITEA (10672 unità abitative, di cui ben il 10,2%, più di 1000 appartamenti, per diverse ragioni sfitti!).
La nostra proposta di riforma riguarda quindi sì “la casa”, ma più specificatamente “l’abitare”, inteso sotto l’aspetto dell’affitto e dell’edilizia pubblica sociale in particolare.
La UIL chiede quindi che, al più presto, si proceda alla Riforma della Legge Dalmaso (2005), non più adeguata al cambio epocale subìto anche dalla società trentina, per soddisfare un’utenza dalle esigenze diverse per le mutate condizioni sanitarie dell’abitare, da condizioni di lavoro e familiari dei lavoratori e delle lavoratrici, dei pensionati e delle pensionate che hanno sì bisogno di un’abitazione, magari pure come luogo di “smartworking”, comunque sempre più in affitto, non in proprietà, anche fuori dai luoghi ad alta densità abitativa. E soprattutto è necessario trovare dei meccanismi in grado rimettere in circolo, oltre agli ancora troppi alloggi pubblici non locati, il rilevante patrimonio privato abitativo “sfitto” anch’esso, per diverse migliaia di unità abitative a Trento ed in provincia.
Ancora, si chiede in particolare agli amministratori ed alla Giunta provinciale di concentrarsi maggiormente sul reperimento e ristrutturazione di alloggi da destinare alle famiglie, agendo su altre leve. Si potrebbe infatti in primis coinvolgere la Curia, che ha più volte espresso difficoltà nella gestione del proprio patrimonio immobiliare, che potrebbe essere, se non acquistato, “sub-affittato ad Itea spa, la quale poi potrebbe assegnarlo sfoltendo le lunghe liste d’attesa in essere (1113 soggetti che hanno richiesto solo alloggio e 1996 soggetti richiedenti contributo e 1395 famiglie richiedenti entrambi i servizi.). Un’altra azione che ITEA spa, in sinergia con Comune di Trento o Rovereto potrebbe avviare è quella di acquisire i tanti immobili (solo a Trento ne sono stati censiti una quindicina di pubblici abbandonati) dismessi, avviando ristrutturazioni o riedificazioni interessanti anche sotto l’aspetto ecologico e di risparmio del suolo, esigenza tornata di grande attualità anche a livello locale.
Un ultima osservazione che emerge dalla lettura dell’estratto del Bilancio Sociale 2020 è la definitiva esclusione dagli stockholders di ITEA spa delle parti sociali e degli Enti Locali.
Si fa riferimento general generico alla comunità trentina, ma solamente al soggetto azionista (la PAT), utenti/clienti assegnatari e dipendenti.
La UIL ricorda alla politica provinciale che gran parte del patrimonio abitativo pubblico trentino è stato costruito con il contributo Gescal dei lavoratori, oggi in parte pensionati, e delle imposte che i lavoratori dipendenti e pensionati hanno versato e continuano a versare, in misura predominante, rispetto anche alle altre categorie di contribuenti fiscali.
Anche la “Conferenza sull’abitare”, promessa in luogo della costituzione di un “Osservatorio sulla casa e l’abitare” presente in altre Regioni italiane, non si è tenuta entro il 2021, col pretesto del Covid, ovviamente.
Il Sindacato comunque non demorde. Rimane a vigilare e denunciare l’attività scarsa e platealmente fallimentare della società strumentale della Provincia per le politiche pubbliche di edilizia sociale ed ad elaborare e proporre nuove misure e proposte per una ripresa dell’edilizia pubblica e sociale.
Trento, 11 gennaio 2022
Walter Alotti
Segretario Generale
UIL del Trentino
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