Bilancio PAT. Tempo agli sgoccioli per ridefinire il patto con lo Stato Cgil Cisl Uil: alcune Regioni autonome hanno già siglato nuovi accordi che riducono la compartecipazione al risanamento dei conti pubblici nazionali. In Trentino non si sa nulla e tra dieci giorni Piazza Dante deve definire la manovra finanziaria
Mancano ormai dieci giorni al varo della prossima manovra di bilancio provinciale e ancora non si sa se si potrà contare su un accordo con il Governo per la ridefinizione del patto di compartecipazione al risanamento della finanza pubblica statale. Senza chiarezza sulle risorse c’è il rischio che Piazza Dante sul piano degli investimenti e del rafforzamento dei servizi pubblici faccia una manovra meno ambiziosa di quanto serve al Trentino.
È questa la preoccupazione di Cgil Cisl Uil. Preoccupazione che trova conferme anche nel fatto che altre Regioni autonome hanno già concluso le trattative con l’Esecutivo Draghi, portando a casa accordi che danno nuovo ossigeno alla loro finanza locale. È di ieri la notizia che il Friuli Venezia Giulia ha riscritto il patto sui rapporti finanziari con il Governo riuscendo ad ottenere 2 miliardi di euro per i prossimi cinque anni. “Non si tratta di briciole ma di risorse che anche nel caso del Trentino possono cambiare il volto della prossima legge di bilancio – fanno notare i tre segretari provinciali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. La Giunta da tempo afferma che è in corso un confronto, ma non è dato sapere a che punto di avanzamento sia questa trattativa e se l’accordo sia davvero ormai prossimo. Se altre regioni sono arrivate ad un’intesa, non si capisce questo temporeggiare per la nostra provincia. In ballo ci sono milioni di euro fondamentali per la nostra Autonomia”.
Questi temi saranno posti al prossimo incontro con il presidente Fugatti, il prossimo 3 novembre. “Per quanto ci riguarda sarà l’occasione per sottolineare che il Trentino ha bisogno di una manovra finanziaria espansiva, che sostenga famiglie e imprese e dia gambe solide alla ripresa”, concludono i tre sindacalisti.
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