Bilancio sociale ITEA 2018: emerge l’evidenza del forte calo dell’offerta di alloggi pubblici in affitto.

Pressochè nullo l’apporto delle nuove costruzioni (60) nel 2018, in secca discesa anche gli alloggi di risulta riassegnati alle famiglie -22%. La UIL chiede la riforma della “Legge Dalmaso” (2005). ITEA si concentri sul reperimento di alloggi da consegnare alle famiglie o alla ristrutturazione di immobili pubblici in stato di abbandono.

 

Il Bilancio Sociale ITEA 2018 dà notizia di poche decine di nuove costruzioni assegnate alle famiglie (ancora solo 60 nell’ultimo anno, contro le 57 del 2017) e soprattutto anche di un numero di alloggi di risulta in forte calo (circa il 22%): 383 nel 2018 contro 489 nel 2017.

In sintesi il Piano Straordinario di Edilizia Sociale 2007- 2016, a fronte dell’obiettivo di 3000 alloggi di risulta, 3000 appartamenti nuovi e 3000 alloggi a canone moderato, ha messo a disposizione, a tutto il 2018, 4660 alloggi di risulta, 1085 costruzioni nuove e solo 208 alloggi a canone moderato (housing sociale). Fra l’altro la Convenzione con Finint e Cassa Depositi e Prestiti per l’Hausing Sociale è scaduta a fine 2018 e del rinnovo non si è più sentito parlare, facendo prevedere un ulteriore arretramento e rallentamento dell’offerta di alloggi pubblici in Provincia.

Per la UIL del Trentino le soluzioni abitative di edilizia sociale nella nostra Provincia non possono passare più solo per l’estensione della platea dei beneficiari dell’integrazione canone alle locazioni private (che sarà in calo anch’essa nel 2019 per l’introduzione del vincolo di 10 anni di residenza dei richiedenti) ma, piuttosto, attraverso un vero concreto rilancio dell’edilizia pubblica sociale e dei piani di hausing territoriale che realizzino alloggi a canone moderato da affiancare a quelli a canone sociale, già costituenti il patrimonio abitativo ITEA (10692 unità abitative, di cui ben l’8,6%, più di 900 appartamenti, sfitti).

La nostra proposta di riforma riguarda quindi sì “la casa”, ma più specificatamente “l’abitare”, inteso sotto l’aspetto dell’affitto e dell’edilizia pubblica sociale in particolare.

La UIL chiede quindi che, al più presto, si proceda alla Riforma della Legge Dalmaso (2005), non più adeguata al cambio epocale subìto anche dalla società trentina, per soddisfare le mutate esigenze date da diverse condizioni di lavoro e familiari dei lavoratori e delle lavoratrici, dei pensionati e delle pensionate che hanno sì bisogno di un’abitazione, ma sempre più in affitto, non in proprietà, e per trovare dei meccanismi in grado rimettere in circolo, oltre agli ancora troppi alloggi pubblici non locati, il rilevante patrimonio privato abitativo “sfitto” anch’esso, per diverse migliaia di unità abitative a Trento ed in provincia.

Ancora, si chiede in particolare agli amministratori ed alla Giunta provinciale di concentrarsi maggiormente sul reperimento e ristrutturazione di alloggi da destinare alle famiglie, agendo su due recenti leve, manifestatesi nelle ultime settimane. Si potrebbe infatti in primis coinvolgere  la Curia, che ha espresso difficoltà nella gestione del proprio patrimonio immobiliare, che potrebbe essere, se non acquistato, “sub-affittato ad Itea spa, la quale poi potrebbe assegnarlo sfoltendo le lunghe liste d’attesa in essere (903 soggetti che hanno richiesto solo alloggio e 2140 soggetti richiedenti alloggio e contributo). Un’altra azione che ITEA spa, in sinergia con Comune di Trento o Rovereto potrebbe avviare è quella di acquisire i tanti immobili (solo a Trento ne sono stati censiti recentemente dal neo consigliere comunale Zannini e dalle benemerite associazioni che chiedono posti letti, dormitori per i senzatetto, ben 17 di pubblici abbandonati) dismessi, avviando ristrutturazioni o riedificazioni interessanti anche sotto l’aspetto ecologico e di risparmio del suolo, esigenza tornata di grande attualità anche a livello locale.

Un ultima osservazione che emerge dalla lettura del Bilancio Sociale 2018 è la “sparizione” del contatto che Itea aveva, tramite la Commissione Sociale, con le rappresentanze degli inquilini e con i suoi stockholders storici, le organizzazioni sindacali confederali. La UIL ricorda alla politica provinciale che gran parte del patrimonio abitativo pubblico trentino è stato costruito con il contributo Gescal dei lavoratori, oggi in parte pensionati, e delle imposte che i lavoratori dipendenti e pensionati hanno versato e continuano a versare, in misura predominante, rispetto anche alle altre categorie di contribuenti.

Si ripristini quindi un luogo di coinvolgimento del Sindacato sia per l’elaborazione che per il controllo e la verifica delle politiche abitative pubbliche.

Trento, 1 ottobre 2019

 

Walter Alotti

Segretario Generale

UIL del Trentino

 

Scarica il pdf: itea – bilancio sociale 2019