l’Adige – 12 ottobre 2022

«Bonus e tariffe più alte: la beffa»

Cgil, Cisl e Uil scrivono ai sindaci per convincere la Provincia a cambiare la misura

I sindacati temono la beffa: la Provincia distribuisce i 180 euro alle famiglie per tagliare le bollette e poi i Comuni aumentano le tariffe o tagliano i servizi perché non ci stanno dentro visto l’aumento dei costi, in una partita di giro che alla fine se da una parte dà, dall’altra toglie. Per questo i segretari generali Andrea Grosselli (Cgil del Trentino), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil) hanno scritto una lettera ai sindaci del Consiglio delle autonomie, perché sollecitino insieme a loro la Giunta provinciale a un supplemento di riflessione sulla misura dei 180 euro per tutti che i sindacati ritengono iniqua. «Riteniamo che una soluzione più equilibrata sia percorribile, scrivono nella lettera anche in considerazione del fatto che nei prossimi mesi la situazione economica e sociale non sembra destinata a migliorare e quindi sarà necessario reiterare forme di supporto alle famiglie. Riteniamo quindi che ci siano i tempi per definire, di concerto con le nostre organizzazioni, con il Consiglio delle autonomie locali e con il coinvolgimento del consiglio provinciale, una serie di misure integrate che dispieghino i propri effetti sui prossimi mesi e che garantiscano maggior efficacia. Per questo serve però che la Giunta sospenda il provvedimento annunciato e dia una reale disponibilità al confronto».
«Non vorremmo infatti trovarci -incalzano Cgil, Cisl e Uil -nella paradossale situazione per cui i 180 euro annunciati per fine gennaio dovessero venire utilizzati nelle settimane successive dalle stesse famiglie beneficiarie per far fronte agli aumenti tariffari disposti eventualmente dagli Enti Locali e causati dal caro energia, a fronte di mancati adeguamenti dei trasferimenti dal parte del bilancio provinciale. O anche peggio che i servizi pubblici alle famiglie venissero almeno temporaneamente sospeso perché i Comuni non hanno le risorse per tenerli aperti. Oltre il danno, la beffa, qualcuno potrebbe dire, perché sappiamo che 180 euro non risolvono i problemi di chi avrà da pagare spese aggiuntive nell’ordine dei 2.000 euro annui per gas ed energia elettrica, mentre questi stessi nuclei sono quelli che fanno affidamento sui servizi pubblici locali per i quali potrebbero dover pagare incrementi tariffari variabili tra il 5 e il 10% annui. Senza una reale proporzionalità negli aiuti e senza un quadro generale degli stanziamenti indispensabili a ridurre l’impatto dei prezzi dell’energia sui cittadini e a garantire la piena operatività dei servizi pubblici locali a costi non proibitivi è impossibile garantire la reale efficacia di qualsivoglia misura».

 

Scarica il pdf: ADIGE energia ART 121022