Corriere del Trentino – 20 ottobre 2022

Bonus, sindacati critici «Più bravi a Bolzano»

Trento «C’è tempo sino a venerdì, confidiamo in un ripensamento della Giunta e che si possa trovare una soluzione condivisa perché la crisi la sentiremo tutti, imprenditori, famiglie e istituzioni». Il giorno dopo la protesta in consiglio provinciale che ha portato all’approvazione del bonus di 180 euro alle famiglie, Andrea Grosselli (Cgil) spera in un ripensamento, anche alla luce di quanto è avvenuto a Bolzano. «Serve aprire un tavolo con le parti sociali per stabilire come ripartire questi 40 milioni alle famiglie». Insieme a Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil) firmano un documenti con il quale insistono sul fatto che si poteva fare meglio, prendendo a riferimento quanto realizzato una cinquantina di chilometri più a nord. A Bolzano la giunta di Arno Kompatscher ha infatti utilizzato lo strumento dell’Isee, destinando un contributo di 600 euro una tantum alle famiglie con figli minorenni (34mila) e un bonus di 500 euro una tantum a nuclei familiari con un Isee entro i 40mila euro (86mila persone). «Sul bonus bollette sarebbe bastato un briciolo di umiltà e copiare chi sta facendo meglio di noi — spiegano i segretari confederali —. Il presidente Fugatti e l’assessore Spinelli hanno invece deciso di tirare dritto, giustificandosi con l’assurda ipocrisia delle lungaggini burocratiche legate all’Isee». In aula, nella replica alle osservazioni, Spinelli aveva elencato i documenti necessari per ottenere l’Isee, sostenendo che ciò avrebbe scoraggiato molte famiglie e che avrebbe creato lungaggini burocratiche tali da vanificare la scelta di distribuire il bonus a gennaio. Tanto più che la misura raggiungerà 250-260 mila famiglie, quelle che hanno un reddito sotto i 50 mila euro annui.
«Queste parole — è il commento dei sindacati — vengono, però, smentite dalle decisioni assunte dall’esecutivo. E siamo certi che per somme di questo tipo saranno molto poche le famiglie che non si faranno calcolare l’indicatore della condizione economica. Senza dimenticare che in Alto Adige come in Trentino sono già numerosi i nuclei con figli minorenni che hanno l’Isee. Se non è ipocrisia, sono bugie».
Cgil, Cisl e Uil sono, inoltre, tornate a picchiare sul tasto degli 80 milioni, trovati nel bilancio provinciale che la giunta ha in buona sostanza messo nel cassetto per il prossimo anno. «La giunta stanziando un po’ di risorse in più, visto l’extra-gettito di 80 milioni, avrebbe potuto fare una vera manovra anticongiunturale. Il bonus servirà a mala pena a coprire i rincari dei servizi pubblici che si abbatteranno sui cittadini». Questo perché spiega Alotti e «la Provincia, sottraendo risorse alle Comunità di Valle, ha tolto riserve ai comuni che saranno costretti per chiudere i bilanci a ricorrere all’aumento delle tariffe». E, secondo Grossello, la beffa «sarà che i soldi dati col bonus rientreranno con i rincari». E se entro venerdì la Giunta non darà segnali di distensione con le parti sociali? I sindacati stanno studiando nuove forme di protesta: appuntamento a dicembre quando in piazza Dante si discuterà il bilancio 2023.
Critici anche Acli, Pd e Futura. «Servono interventi più equi e definiti in base agli indicatori economici» spiega Luca Oliver. «La giunta introduca sistemi di equità» incalza Alessio Manica (Pd). Mentre Paolo Zanella (Futura) parla di «arroganza istituzionale». E osserva con un pizzico di amarezza: «La questione bonus energia è nata male e rischia di finire peggio».

 

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