11 maggio 2019 – Trentino

«Boom di contratti segnale positivo ma si faccia di più»

 I sindacati salutano con soddisfazione i dati dell’Inps sulle nuove assunzioni, ma allo stesso tempo sono prudenti. Il segretario della Cisl trentina, Lorenzo Pomini, è soddisfatto, ma osserva che il dato è buono nonostante gli effetti del decreto dignità: «I nostri dati sono in controtendenza rispetto al resto del paese, per fortuna. Infatti, il decreto dignità voluto dal ministro Di Maio ha fatto diminuire i contratti di assunzione a tempo determinato e ha fatto aumentare quelli di somministrazione. Questo è successo perché il decreto ha imposto norme più restrittive ai contratti a tempo determinato. E non c’è stata, nel resto d’Italia, la corsa ai contratti a tempo indeterminato. Anzi, le imprese hanno preferito rivolgersi alle agenzie e impiegare personale con i contratti di somministrazione. Così nel resto del paese sono aumentati i contratti di somministrazione e sono diminuiti quelli a tempo determinato e quelli a tempo indeterminato. Per fortuna in Trentino Alto Adige siamo in controtendenza. Le imprese hanno preferito fare ricorso ai contratti a tempo indeterminato e questo è molto positivo per tutti i risvolti che può avere anche sulla tenuta sociale. Con un contratto fisso un giovane può metter su famiglia, comprare casa, accendere un mutuo, pensare di fare figli. Invece con i contratti a termine e non si possono fare molti progetti. Purtroppo il decreto dignità non è stato frutto di confronto con le parti sociali e ha potato nel resto d’Italia a un ritorno alla somministrazione. Da noi la controtendenza significa essenzialmente una cosa: gli imprenditori vedono prospettive di crescita e quindi possono guardare con fiducia al futuro. Così preferiscono stabilizzare i dipendenti e investire sulle persone. Se trovano un lavoratore se lo tengono stretto e cercano di formarlo e qualificarlo». Pomini poi attacca gli imprenditori: «Purtroppo la nostra classe imprenditoriale è carente. In Alto Adige hanno un miliardo di pil in più e questo vuol dire tanto. Da noi gli imprenditori aspettano troppo la Provincia mentre in provincia di Bolzano sono più dinamici».
Walter Alotti della Uil attribuisce l’aumento dei contratti a tempo indeterminato all’addio ai voucher: «Prima i buoni lavoro erano molto usati. Anche le piccole associazioni facevano ricorso ai voucher. Ora che non si può più molti assumono. Quello che vorrei sapere è quanti di questi contratti sono a tempo parziale. Secondo me molti. Comunque è un buon segnale che fa ben sperare per il futuro anche se la ripresa deve ancora vedersi. È un segnale positivo e intanto è buono che ci sia».
Scarica il pdf: Contratti ART 110519