Borse di studio

Alotti (Uil): Il “tesoretto” dell’assessora Sara Ferrari è una pezza da applicare – a spese delle famiglie – sui sostanziali tagli degli incentivi allo studio.

 

Dopo l’affossamento del Fondo giovani e del Prestito d’onore – che secondo l’assessora Sara Ferrari sono in “pausa di riflessione”, con buona pace soprattutto degli studenti meritevoli delle superiori che avrebbero diritto ad un concreto incentivo ad iscriversi all’università  – c’era evidentemente bisogno di un’iniziativa che fosse in grado di dare almeno l’impressione che la Provincia è vicina agli studenti e intende incrementare il tasso di iscrizioni all’università .

Ecco, allora, che (forse) dal prossimo anno accademico arriva il “tesoretto” ovvero, di fatto, un piano di accumulo finanziario delle famiglie per mandare i figli all’università ; e la Provincia?

Una volta accantonati i soldi (un importo dai 3000 ai 5000 euro) la Provincia integra con altri 1500 euro. Semplice, no? Soprattutto economico per Piazza Dante che, in questo modo, risparmia iper-responsabilizzando le famiglie. Chi, infatti, magari fa fatica ad arrivare alla fine del mese deve, con grande lungimiranza, accantonare ogni mese almeno 50 euro fin dalla fine delle scuole medie.

A fronte di questa “ricca iniziativa”, per contro, viene meno l’incentivo per i meritevoli studenti delle superiori che, sopra ad una certa media dei voti, ricevevano un significativo contributo.

Se, quindi, un bravissimo studente delle superiori matura la decisione, magari nel corso del terzo e del quarto anno, di andare all’università  avendo alle spalle una famiglia poco lungimirante o non sufficientemente interessata – quando non contraria – a quest’idea, si trova nell’impossibilità  di ricevere aiuto.

Possibile? Più chiarezza si avrà  solo alle soglie dell’anno accademico 2017-18 quando, sempre secondo Sara Ferrari, entrerà  in vigore la parte della delibera inerente alle borse e ai criteri di erogazione.

Abbiamo però già  imparato che la tendenza “ridefinente” dell’assessora – che vuole, appunto, «confermare, ridefinendola, la completa copertura del diritto allo studio tradizionale» – rischia di essere più che altro “ridimensionante” e in controtendenza rispetto a un generale interesse, quello di sopperire al minor tasso, in questi ultimi anni, di laureati trentini i quali, oltretutto, anche da noi, dati alla mano, sono i più penalizzati nel trovare un’occupazione stabile.

Di tesoretti si può proprio parlare, ma sarebbe più opportuno riferirsi a quelli rappresentati dal già  citato Fondo Giovani e dal Prestito d’onore: sepolti, proprio come fanno i pirati.

Walter Alotti Segretario Generale Uil del Trentino

Scarica il pdf: Borse di studio COM 3(8)16