20 giugno 2020 – Trentino, Corriere del Trentino
Braccianti sfruttati, denunciato un imprenditore agricolo. I SINDACATI «Caso grave, il lavoro irregolare danneggia le imprese oneste»
L’indagine dei carabinieri in val di Non. L’uomo sottopagava i suoi otto dipendenti stagionali e li faceva dormire
in uno stanzone fatiscente, un garage allestito con 13 posti letto. Due lavoratori non erano assicurati: 4 mila euro di multa
TRENTO. Sfruttava un nutrito gruppo di africani, pagandoli meno ore di quelle lavorate, e facendoli dormire in un garage fatiscente. Il titolare di un’azienda agricola della val di Non è stato denunciato per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, nonché multato perché non aveva nemmeno assicurato due dipendenti. La situazione accertata è relativa alla raccolta delle mele dello scorso autunno, e tutto era accaduto per un fatto quantomeno curioso: i carabinieri di Cles erano stati allertati per uno strano incidente in un meleto di Predaia, nel pomeriggio del 26 ottobre scorso: un africano, caduto da una scala mentre raccoglieva le mele, aveva spiegato di essersi sbilanciato nel tentativo di evitare di essere colpito dal sui principale, che rimproverandolo di essere uno scansafatiche lo bersagliava con delle mele, tirandogliele addosso. Per fortuna l’operaio se l’era cavata con lesioni lievi, ma il sopralluogo dei militari dell’Arma aveva rilevato alcune anomalie. Oltre al raccoglitore ferito, ne erano stati identificati altri sette, tutti africani. Alcuni di loro risultavano essere stati controllati in passato, nei pressi di centri commerciali e supermercati del Trentino, mentre chiedevano l’elemosina.
Per fare luce su queste anomalie, venne così avviata un’inchiesta condotta dai carabinieri di Cles con l’Ufficio lavoro della Provincia. Vennero dunque avviati accertamenti e verifiche per capire se lo stato di bisogno degli otto stranieri li avesse potuti spingere a trovare ed accettare assunzioni fatte di illegittimi compromessi e rinunce. Infatti attraverso le testimonianze degli otto lavoratori e l’esame della documentazione raccolta da carabinieri e ispettori del lavoro, si è scoperto che l’imprenditore riconosceva ai suoi operai un numero di giorni di lavoro inferiore a quello reale e, per ogni giorno riconosceva solo un numero di ore ridotto di un terzo rispetto alla realtà: il titolare dell’azienda agricola pagava infatti solo sei ore al giorno, anziché le nove che venivano in effetti lavorate.
Inoltre, ai suoi otto dipendenti stranieri, tutti in regola con il permesso di soggiorno, il principale offriva condizioni di alloggio che i carabinieri non esitano a definire «degradanti». I lavoratori venivano infatti ospitati in un garage, che di norma veniva usato come deposito attrezzi e parcheggio per i mezzi agricoli. Si trattava, hanno appurato i carabinieri di Cles con gli ispettori del lavoro, di uno stanzone fatiscente, senza pavimento e non riscaldato, in cui erano stati collocati ben 13 posti letto, allestiti con materassi e coperte logori. Un quadro evidente sfruttamento che i militari dell’Arma e gli ispettori del lavoro hanno denunciato alla magistratura. Tra l’altro, l’imprenditore della val di Non è stato anche sanzionato con una contravvenzione di 4 mila euro perché non aveva nemmeno assicurato due dei suoi dipendenti.
Non è certo il primo caso di sfruttamento scoperto in Trentino, ma in val di Non le irregolarità non sono all’ordine del giorno: ogni anno nel periodo della raccolta delle mele, quando l’impiego nei campi di dipendenti stagionali è massiccio, vengono eseguiti controlli alle aziende agricole vengono. Nella passata stagione, ad esempio, le imprese verificate sono state una ventina.
I SINDACATI
«Caso grave, il lavoro irregolare danneggia le imprese oneste»
• TRENTO. Sconcerto per quanto accaduto in val di Non hanno espresso i sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila, i quali chiedono ulteriori sforzi contro il lavoro irregolare, un fenomeno «che danneggia lavoratori e imprese oneste». Quanto emerso dall’operazione dei carabinieri di Cles, scrivono i sindacati «è grave ed è un’ulteriore conferma del fatto che anche il nostro territorio e le nostre imprese agricole non sono immuni da episodi di sfruttamento del lavoro. Esprimiamo preoccupazione e sconcerto anche per le condizioni in cui venivano tenuti i lavoratori». I sindacati dunque rilanciano sulla necessità di tenere massima l’attenzione, ma anche di accelerare nella messa in campo di una serie di strumenti per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, ma anche di vigilare sul rispetto delle regole e dei contratti. A breve si dovrebbe arrivare alla firma del protocollo di contrasto all’irregolarità in agricoltura definito con la Guardia di Finanza e di recente è stato siglato anche un accordo con Agenzia del Lavoro e l’ente bilaterale di settore per favorire la regolarità in agricoltura. Strumenti che vanno resi operativi prima possibile, spiegano i sindacati, ringraziando i carabinieri di Cles. «Deve entrate nella logica di tutti che chi ricorre al lavoro irregolare non danneggia solo i lavoratori, fatto di per sé gravissimo, ma anche le imprese oneste che subiscono una concorrenza sleale. Per questa ragione la battaglia contro lo sfruttamento del lavoro è responsabilità di tutti gli attori del sistema. Di fronte ad episodi di questo tipo non si può arretrare di un millimetro».
Scarica il pdf: sfruttamento ART 200620 3
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