7 agosto 2020 – Trentino, Corriere del Trentino
«Bus, con il distanziamento: trasporto scolastico a rischio» Allarme della Provincia. I sindacati: abbonamento gratis, paga il cittadino
TRENTO Se il governo nazionale dovesse insistere sull’obbligo del distanziamento di un metro anche sui mezzi pubblici «non sarebbe possibile garantire il trasporto per gli studenti alla riapertura delle scuole a settembre». Roberto Andreatta, dirigente dell’Unità di missione strategica Mobilità della Provincia, è categorico: «Impossibile fornire il servizio con una riduzione del 50% della capienza dei mezzi. Salterebbe il sistema».
Su questo punto, cruciale per la tenuta dei trasporti pubblici, è in programma una riunione ad hoc della Conferenza Stato- Regioni lunedì: «Lì si scontreranno due visioni — spiega Andreatta — quella delle Regioni che chiedono di mantenere il 100% della capacità dei mezzi e quella del ministro della Salute Roberto Speranza che esprime maggiori rigidità». Ma già nella Conferenza Stato-Regioni di ieri l’argomento è stato toccato, con il Trentino che per voce del suo governatore ha messo in evidenza le difficoltà.
«Fin da fine giugno — prosegue il dirigente — si viaggia a pieno regime e non mi sembra che siano stati evidenziati problemi di tipo sanitario». Da fine giugno sono infatti fioccate le ordinanze di Regioni e Province autonome in «contrasto» con i Dpcm che prescrivevano il metro di distanza anche per i viaggiatori seduti: «La disposizione è infatti a metà tra le competenze statali — salute e sicurezza — e quelle locali che governano la parte organizzativa. Le ordinanze dei presidenti di Regioni e Province non sono mai state impugnate, non c’è la certezza che siano illegittime. Quelle ordinanze locali hanno mantenuto fin qui la loro efficacia, risolvendo così enormi problemi per la mobilità che altrimenti, anche oggi, sarebbero drammatici». E ancor più drammatici a settembre con l’apertura delle scuole: «Se fossero riproposte queste prescrizioni — commenta Andreatta — credo che saranno nuovamente disapplicate. Nel caso contrario non sarà possibile assicurare il servizio di trasposto scolastico, questo è certo».Parole ch e ieri pomeriggio il presidente Maurizio Fugatti ha ribadito al governo romano. «In queste condizioni non siamo in grado di garantire il trasporto di tutti gli studenti» ha messo in chiaro il governatore, seguito a ruota da altri presidenti. «Se non cambierà qualcosa — ha detto Fugatti — le modalità di ripresa dell’anno scolastico vengono messe in serio rischio». E il governo? «Come al solito — ha risposto il presidente — non prende posizione e scarica tutto sui territori, sapendo che tanto noi poi interveniamo». Una risposta su questo tema, in ogni caso, potrebbe arrivare lunedì. E ieri presidenti e governo hanno affrontato anche il tema del Recovery fund. «Abbiamo chiesto — ha spiegato Fugatti — che vi sia la possibilità di finanziare i progetti pronti per essere avviati, sollecitando che una quota delle risorse venga assegnata alle Regioni e Province autonome».
Sempre in tema di trasporto pubblico, la giunta provinciale affronterà oggi il punto sull’utilizzo dei soldi in arrivo da Roma, previsti nel Decreto Rilancio, per il ristoro delle perdite delle società di trasporto locale e per il rimborso degli abbonamenti non usufruiti da parte dell’utenza: i 2,3 milioni garantiti dallo Stato saranno trasformati in voucher per i pendolari per l’acquisto di nuovi abbonamenti e in abbonamenti gratuiti per tutto il prossimo anno scolastico per gli studenti. Rimangono però escluse dalla rifusione delle perdite le società di trasporto locale, che si avvicinano ai 10 milioni di euro, di cui dovrà farsi carico la Provincia. Critici i sindacati: «Così si sottraggono fondi ad altri settori, come sanità e scuola». Per Cgil, Cisl e Uil «al di là delle buone intenzioni del governo nazionale sarebbe stato opportuno che Roma finanziasse questa misura con risorse adeguate. Così non è. I 2,3 milioni sono insufficienti per coprire i rimborsi ai cittadini e le perdite delle società locali. Quindi di fatto gli abbonamenti gratuiti, invece di essere pagati da Roma come sarebbe giusto, vengono coperti con i soldi delle tasse dei trentini ed in particolare dei lavoratori dipendenti, anche quelli che non usano il mezzo pubblico». Infine, in vista della riapertura delle scuole, a partire dai prossimi giorni i quasi mille operatori di Trentino Trasporti a contatto con il pubblico avranno la possibilità di accedere su base volontaria e gratuita al servizio sanitario, per l’effettuazione dei test sierologici.
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