09 agosto 2019 – Trentino
CARIGE- CCB, TROPPO SILENZIO SU UNA SCELTA CHE È EPOCALE
Condivido col direttore Paolo Mantovan la preoccupazione sul silenzio, soprattutto
della politica, riguardo al tema della acquisizione da parte di CCB di Carige e al ruolo tormentato e defilato assunto dal movimento cooperativo sull’argomento.
Aggiungiamo un altro elemento che riguarda il mondo del credito locale: il destino di Mediocredito, fino a poco tempo fa al centro dell’attenzione proprio di CCB ed ora passato in secondo piano, probabilmente per un evidente minore riflesso e peso che questa banca ha, sia a livello nazionale, che patrimoniale.
La politica trentina si è messa in ferie, per più di quaranta giorni ed arrivederci a settembre, quando il Fondo interbancario di tutele dei depositi e gli organismi di controllo del credito nazionale ed europeo avranno deciso, non in Trentino, l’esito dell’operazione CCB-Carige e si sarà probabilmente conclusa l’operazione di sostanziale “nazionalizzazione” delle banche cooperative locali, che avranno comunque come foglia di fico, a breve termine testa, sede e fiscalità in Trentino, in attesa dell’ineludibile evoluzione nazionale a tutti gli effetti del gruppo CCB.
È cambiato radicalmente il contesto finanziario, dall’Europa al Trentino, e sarebbe interessante capire se la nuova regia politica locale sia in grado, o anche solo interessata, alla luce della quasi totale uniformizzazione e omogeneizzazione della propria azione politica ai canoni nazionali e centralisti del governo “verdegiallo” a trazione leghista, alla definizione di un disegno dimensionale del sistema creditizio e finanziario locale cui tendere, alla luce delle scelte industriali autonome – proprio di CCB che stanno cambiando e cambieranno sicuramente il panorama di riferimento della finanza pubblica e privata trentina.
In questo senso, sfumata la creazione del polo finanziario Cassa del Trentino/Trentino Riscossioni, rimane in essere solo l’opzione Mediocredito, non dando per scontato a questo punto il suo totale assorbimento da parte di CCB, affaccendata ora appunto con Carige.
Rimane esso come ultimo ipotetico baluardo di credito locale, sempreché qualche imprenditore “coraggioso” trentino sia disposto a investire e rischiare qualcosa, per esempio il nuovo presidente di Confindustria o i proprietari delle poche aziende multinazionali con base trentina, per assolvere ad un ruolo finanziario attivo, piuttosto che restare ad assistere alla sparizione dell’ultima banca del nostro territorio.
Il business del “nuovo” Mediocredito sarebbe infatti quello delle imprese, degli artigiani, delle grandi operazioni strutturali . A regia e/o supporto del soggetto pubblico, che potrebbe mantenere una presenza azionaria, non di maggioranza come oggi, non più consentita, ma di minoranza, magari anche in pool con CCB come già avviene da anni. Sarebbe questa una funzione complementare al credito cooperativo incentrato sulle famiglie, senza lasciare l’attuale prateria creditizia alle imprese alle banche altoatesine.
Crediamo utile che anche il sindacato confederale trentino intervenga nel dibattito, per evidenziare pericoli e rischi di indebolimento di un sistema territoriale che potrebbe subire crisi economiche e finanziarie che dalle imprese si rifletterebbero sui soggetti più deboli.
Quelli che ci sforziamo, pur con tutti i nostri limiti, di rappresentare: lavoratori, pensionati, ma anche le nuove generazioni di trentini, i giovani, sempre più orientati a cercare purtroppo altrove il proprio futuro.
Non vorremmo infine che a causa della distrazione della nuova compagine di governo trentina e dell’assordante silenzio del defunto centro sinistra autonomista, l’assetto politico e istituzionale trentino si svuotasse di risorse e funzioni concrete, quali il credito e la finanza, il cui spostamento, su altri livelli territoriali od addirittura il venir meno, potrebbe mettere a rischio la stessa autonomia
della comunità economica, sociale e politica del Trentino.
*segretario generale Uil del Trentino
Scarica il pdf: Carige ART 090819
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