11 marzo 2022 – l’Adige
Caro bollette, aumenterà l’assegno unico
La Provincia interverrà con un aumento dell’assegno unico provinciale per venire incontro alle difficoltà delle famiglie meno abbienti a pagare i vertiginosi aumenti delle bollette di energia e gas.
La delibera -in prima adozione -con le modalità di previsione degli aiuti verrà portata probabilmente la settimana prossima in giunta provinciale dall’assessore alle attività economiche Achille Spinelli.
L’intervento provinciale andrà ad ampliare gli aiuti già previsti a livello statale con il bonus sociale elettrico e il bonus gas che sono previsti però solo per una platea molto ristretta, ovvero chi ha un Isee non superiore a 8.265 euro o per famiglie numerose (cioè con almeno 4 figli) con Isee non superiore a 20.000 euro di reddito.
Le prime indiscrezioni sul provvedimento provinciale, ancora in fase di definizione, indicherebbe la volontà della giunta di prevedere un aumento in linea con i bonus statali, che vuol dire fino ad Icef 0,16, nella misura maggiore, ma prevedendo di dare qualcosa anche alle famiglie con redditi più alti, fino a un Icef 0.40.
In Trentino oggi le famiglie con Icef sotto 0,30 che fanno domanda di assegno unico sono 30.000, quindi quanto meno questa potrebbe essere la platea dei beneficiari dell’aiuto.
Per avere però un’idea dell’entità degli importi, basti dire che per la nostra zona climatica il valore del bonus sociale gas varia da 571,50 euro (acqua calda e riscaldamento per famiglie fino a 4 componenti) a 816,30 euro per le famiglie numerose per il primo trimestre 2022 e il bonus elettrico sempre per il trimestre varia da 165,60 euro (famiglie con 1-2 componenti) a 235,80 euro per famiglie con più di quattro componenti.
I sindacati Cgil, Cisl e Uil del Trentino, che da settimane stanno chiedendo alla Provincia un intervento in questo senso, sono decisi a chiedere un intervento dell’ordine dei 40-50 milioni complessivi, che corrispondono alle risorse che la Provincia ha risparmiato sulle manovre anti-Covid (20 milioni), con il reddito di cittadinanza e i bonus nascita e bebé per altri 20 milioni e infine
il gettito di circa 12 milioni di euro dovuto all’addizionale Irpef per i redditi tra i 15-20.000 euro, che prima erano esenti, ovvero tutte risorse che secondo i sindacati in questa fase di particolare difficoltà andrebbero «restituite ai legittimi proprietari ovvero i
redditi più bassi». Infine, Cgil, Cisl e Uil chiedono che gli aiuti per pagare le bollette vengano previsti non solo per le famiglie con figli, ma anche per i pensionati e per le famiglie che non hanno figli. Sollecitano poi la giunta a prevedere in sede di assestamento di bilancio che ci sia una integrazione del reddito per i cassintegrati con un adeguamento all’inflazione di tutti i benefici sociali previsti dalla Provincia che non sono indicizzati, visto l’aumento del costo della vita.
Proprio ieri in consiglio provinciale, durante la discussione del disegno di legge per aumentare l’addizionale Irpef ai redditi fra i 50.000 e i 55.000 euro, è stato approvato un ordine del giorno presentato da Giorgio Tonini (Pd) ed emendato d’intesa con l’assessore Spinelli, che ha impegnato per l’appunto la giunta a «intervenire sull’assegno unico provinciale per approntare misure a sostegno delle famiglie per fare fronte all’incremento del costo della vita determinato dall’aumento del costo dell’energia e dei prodotti energetici».
L’ex assessore Alessandro Olivi, nel presentare l’ordine del giorno poi approvato, ha dichiarato in aula: «Le risorse potrebbero essere recuperate interrompendo le politiche sociali “spot”. Le misure statali sono andate a coprire aree sulle quali la Provincia era già presente con l’assegno unico e quindi dal 2020 a oggi dagli interventi dello Stato sono stati liberati 40 milioni di euro. Dalle manovre Covid 1 e 2 sono rimaste risorse non spese che si possono utilizzare adeguando al costo della vita l’assegno unico provinciale per sostenere le famiglie a più basso reddito».
Scarica il pdf:ADIGE carovita ART 110322
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