l’Adige – 22 maggio 2023

«Casa, le proposte ci sono ma serve una politica efficace»

La situazione casa a Trento -ma anche nel resto della provincia -è grave? Sì. I numeri resi noti sabato nell’ambito del secondo appuntamento di SuperTrento sono chiarissimi: 10.074 alloggi sfitti nel comune capoluogo, 845 edifici completamente inutilizzati, a fronte di 1.059 richieste di alloggio e solo 35 evase. Ma Walter Alotti, segretario generale della Uil, non aveva bisogno dei numeri, per sapere che siamo in emergenza. E adesso quel che vorrebbe vedere è una politica che di questa emergenza si occupa con politiche, appunto, abitative di medio e lungo periodo. Perché le proposte sul tavolo ci sono e non da oggi. E ne butta lì tre o quattro: usare la leva fiscale da una parte, per incentivare alla messa sul mercato degli alloggi, ma dall’altra creare forme di garanzia per i piccoli proprietari che potrebbero essere spaventati dai problemi. Sul fronte inquilini avviare seriamente un fondo per la morosità incolpevole e, dall’altra, dare avvio ad un nuovo piano di cohousing sociale. E quanto agli edifici per cui non c’è una certezza sui proprietari, Alotti non ha paura di pensare a misure drastiche: «Si studino le forme per un’acquisizione all’ente pubblico, sia Comune, Provincia, Stato o Asuc».
Dal principio. Mancano case. «A quell’incontro, dove per altro non siamo stati invitati, ma accade spesso ormai, si è detto una cosa che mi trova del tutto d’accordo: meglio l’affitto ad una città di proprietari. Sono d’accordo se lavoriamo per andare in questa direzione, anche pensando ai giovani, che con gli stipendi di oggi non potranno mai pagarsi la casa ormai». Il punto è come avere alloggi sul mercato. E Alotti punta prima di tutto sull’azione rispetto ai proprietari. Da una parte la leva fiscale, «ma non come è stata usata finora. È stata ridotta l’aliquota Imis a chi affitta. Io dico che così non funziona, vanno alzate le tasse a chi non affitta, questo va fatto. Poi però serve agire andando incontro ai piccoli proprietari: «Dalla giornata di riflessione è uscito che 341 immobili sono di persone fisiche, spesso piccoli proprietari. Possono non affittare perché spaventati, se si trovano un inquilino che non paga non sanno più che fare. E allora guardiamo alle realtà fuori dal Trentino, non siamo arroganti come spesso siamo. Pensiamo ad un’azione di garanzia per questi proprietari, da una parte, perché siano agevolati all’affitto. Dall’altra, pensiamo al fondo per la morosità incolpevole. Altrove c’è, qui da noi solo Rovereto e la Comunità della Vallagarina avevano iniziato, poi si sono adeguati all’andazzo provinciale».
E poi c’è il social housing: «Ha funzionato, sono stati realizzati 500 alloggi, quasi tutti assegnati. Ma si trattava di una pianificazione ancora dell’assessora Dalmaso, abbiamo impiegato 10 anni per farla, nel 2014 è partita. Ormai è finita. Quella pianificazione immaginava tremila alloggi con il social housing. Quindi io dico, ripartiamo. Perché aveva dato risposte a molte persone».
Sugli 845 edifici dismessi, il segretario generale della Uil propone «un piano simile al Superbonus 110%, magari con aiuti, magari finalizzati alla messa sul mercato a canone sociale. Qualcosa si può fare di sicuro». Ma su questo tema, quello che Alotti non concepisce è quell’ultimo dato: 272 immobili di titolarità sconosciuta. «Cosa vuol dire? Che non sappiamo di chi sono? Allora non pagano nemmeno le tasse. E magari sono anche fatiscenti. E allora io dico, possiamo immaginare anche di requisirli e affidarli all’ente pubblico, che sia Stato o Comune, che sia Comunità o Asuc poco importa». Certa è una cosa. «Le proposte ci sono, le soluzioni possibili anche, servono politiche conseguenti. E magari serve, senza la supponenza che a volte in Trentino abbiamo, guardare quel che fanno fuori e imparare».

 

Scarica il pdf: ADIGE casa ART 220523