Il T – 25 marzo 2023

Casa, mancano alloggi per 8.000 stagionali

«Finalmente», «era ora», «lo chiediamo da anni». Per i sindacati il fondo immobiliare di rigenerazione urbana – 100 milioni di euro con Cassa Depositi e Prestiti e investitori pubblici e privati per recuperare ad uso abitativo immobili dismessi (Il T di ieri) – raccoglie sollecitazioni e proposte sulle politiche abitative sulle quali incalzano da tempo il governo provinciale. Le graduatorie Itea lasciano fuori ogni anno da casa e aiuti un migliaio di famiglie. L’esperienza del Fondo housing sociale per gli alloggi a canone moderato ha mostrato che la domanda di residenza ad affitti sostenibili è superiore all’offerta. Ma intanto c’è un’emergenza immediata: i 20mila lavoratori e lavoratrici stagionali del turismo, in arrivo per la stagione estiva. Di essi, la metà circa è trentina e quindi non dovrebbe avere problemi di alloggio, ma in alcuni casi, con gli affitti che girano dalle nostre parti, non è così neanche per loro. Gli altri, oltre 6.000 provenienti da altre zone d’Italia e più di 2.000 stranieri ed extracomunitari, si arrangiano come possono. La Provincia ha chiesto al Consorzio dei Comuni una ricognizione degli immobili da recuperare come alloggi sul Garda, a Rovereto e in Vallagarina, in Fiemme e Fassa. Ma sarà difficile che qualcosa possa partire subito. Di fronte all’emergenza, il segretario della Uil Walter Alotti fa un appello ai grossi proprietari immobiliari e alla Curia trentina: mettete a disposizione temporaneamente per questi lavoratori alloggi ad affitti che si possano sostenere.
«Chiediamo da tempo di recuperare gli edifici pubblici dismessi per farne alloggi per famiglie, in particolare di lavoratori – afferma Alotti – in sostanza di riattivare un nuovo fondo di housing sociale. Il fondo a cui stanno lavorando è una cosa positiva, recupera piani di Itea bloccati da tempo, come quello di viale dei Tigli a Trento. Continuo a dire che occorre recuperare anche il migliaio di alloggi Itea sfitti. Nelle valli dove vanno a lavorare gli stagionali del turismo, ma spesso anche per gli assunti stabili nella manifattura, c’è bisogno di individuare immobili da recuperare, ad esempio alberghi dismessi ma ancora in discrete condizioni per farne case albergo per lavoratori».
«Bene l’housing sociale, bene il recupero di immobili dismessi così non si aumenta la cementificazione – sostiene la segretaria del Sunia, il sindacato inquilini della Cgil, Manuela Faggioni – Il progetto dovrebbe rispondere alle esigenze di quella fascia centrale di famiglie con reddito non così basso da avere la casa Itea ma neanche sufficiente a pagare gli affitti di mercato. A livello provinciale è stato appena costituito il Tavolo di coordinamento delle politiche abitative: chiediamo di convocarlo e di partire il prima possibile».
Intanto però c’è il problema degli alloggi per lavoratori. «Per i 14mila stagionali agricoli c’è l’accordo territoriale che prevede che vengano ospitati dai datori di lavoro» ricorda Faggioni. Nell’industria, qualche imprenditore sta provando ad attivarsi in proprio. Nel turismo invece «non c’è mai stato niente» e nelle zone dove arrivano questi lavoratori, molti proprietari di case preferiscono – «comprensibilmente» secondo Faggioni – l’affitto turistico. Da qui la necessità di un intervento pubblico. «Senza dimenticare – dice Faggioni – l’efficientamento energetico degli edifici».

 

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