Corriere del Trentino, Il T – 07 settembre 2023

Casa, tante emergenze. Diventi una priorità

Walter Alotti * * Segretario provinciale della Uil

Con l’avvicinarsi delle elezioni provinciali torna d’attualità, per Maurizio Fugatti, ma per tutti gli altri concorrenti al governo del Trentino il tema della «casa». Dall’edilizia sociale a quella residenziale, dagli studentati alle tanto decantate, ma limitatissime nuove modalità di cohousing, per finire alla necessità di una nuova legge provinciale di edilizia pubblica sono tanti i nodi aperti. Senza considerare altre urgenze come la scoperta, anche del mondo delle imprese, dell’impossibilità di reperire manodopera, stagionale e stabile, per l’assenza di un’offerta di abitazione a costi compatibili con i redditi dei lavoratori e delle lavoratrici, sia della manifattura o del turismo, che del comparto pubblico.
Oggi strumentalmente considerata per fini elettorali, per il resto della legislatura l’interesse si era fermato alla istituzione della «patenti a punti» per gli inquilini Itea «indisciplinati» e, provvedimento censurato dai Tribunali e dalla Corte costituzionale tolto dopo due anni di vigenza, alla fissazione del requisito della residenza in Trentino di 10 anni per chi chiedeva accesso alle graduatorie Itea come per altri benefici di welfare. È degli ultimi giorni d’agosto poi la scelta di ridurre le graduatorie dei possibili richiedenti alloggi sociali e/o contributo integrazione canone cambiando le modalità di calcolo dell’Icef, facendoli apparire più ricchi rispetto agli anni scorsi, inserendo il beneficio statale dell’Assegno unico universale nei redditi famigliari e non indicizzando le soglie dell’Icef, cosa fatta anche dal governo nazionale per neutralizzare l’effetto inflazionistico di questi due ultimi anni.
A poco o nulla sono valsi i continui e reiterati interventi dei sindacati confederali e di quelli degli inquilini che denunciavano e chiedevano investimenti e interventi sia per la sterile edilizia pubblica sociale Itea (7 alloggi nuovi realizzati nel 2020 e 0, sottolineiamo zero, nel 2021; 235 alloggi di risulta assegnati nel 2020 e 227 nel 2021), che per l’edilizia residenziale e le famiglie in affitto nel settore privato. Quelle che si confrontano con l’aumento degli sfratti esecutivi spesso dovuti a morosità incolpevole, all’aumento Istat fino al 11,6% delle pigioni, alla riduzione delle retribuzioni per il ritardo o il mancato rinnovo di tanti contratti di lavoro che subiscono lavoratori e lavoratrici, alla svalutazione da inflazione delle pensioni per pensionati e pensionate, nonché al drammatico aumento dei costi energetici e del riscaldamento.
Ora, come accennato sopra, oltre alle organizzazioni dei lavoratori e delle lavoratrici che hanno contribuito con le imposte e le trattenute ex Gescal a costituire quel patrimonio immobiliare, anche le categorie economiche degli imprenditori, dei settori della manifattura e del turismo in particolare, chiedono alla politica di affrontare il tema «casa». Infatti alla difficoltà di trovare manodopera, vuoi per motivi demografici e di qualificazione professionale, vuoi per il cambio di mentalità circa «il lavoro” delle persone dopo il Covid, si accompagna sempre più spesso la difficoltà estrema per i lavoratori immigrati, stagionali o della manifattura o della stessa pubblica amministrazione di trovare casa, possibilmente in affitto, in tante zone del Trentino turistiche o ad alta densità abitativa. Ricordiamo per ultimo l’appello del direttore regionale dell’Inps alla cittadinanza trentina di offrire un alloggio in affitto introvabile, ai giovani funzionari laureati assunti dall’istituto di previdenza la primavera scorsa. Speriamo che la giunta provinciale, sempre o quasi solo attenta alle richieste degli imprenditori, dia almeno a loro una risposta. Ci
guadagnerebbe anche il «resto del mondo».
Tante le cose e azioni da fare: dalla ristrutturazione dei più di 1000 alloggi Itea sfitti all’attivazione di un nuovo piano di housing sociale (visto che quello ormai scaduto nel 2018 non realizzerà altri alloggi a canone moderato oltre ai 500 già sfornati), dall’emanazione di bandi ed appalti frazionati e territoriali per la realizzazione di nuovi alloggi a canone sociale alla ristrutturazione dei tanti immobili dismessi anche pubblici del territorio, dalla gestione più attenta anche del significativo patrimonio abitativo dei Comuni oggi assegnato ad Itea, che manca di personale operativo sufficiente a gestirlo e che in parte risulta sfitto, ad una riforma della legge numero 15 del 2005 («legge Dalmaso») non più adeguata al mondo post Covid ed ad una popolazione e ad una società dalle caratteristiche diverse da quelle in essere quasi 20 anni fa.
Urgono inoltre azioni decise di intervento riguardo alla tassazione più accentuata delle abitazioni sfitte, regole urbanistiche ed edilizie riguardo alla destinazione d’uso turistica di tanti alloggi
residenziali e l’applicazione di una fiscalità alberghiera per le trasformazioni in corso in tanti territori a vocazione turistica.
Un altro paio di cose urgono: il decollo dell’«Osservatorio provinciale per la casa», risultato recentissimo di una lunga battaglia di sindacato e minoranze in Consiglio provinciale, che istituisce un luogo ove è riattivata almeno la possibilità di consultazione istituzionale delle parti sociali sul tema edilizia pubblica, interrotto dal 2017 e l’istituzione del Fondo per la morosità incolpevole, presente in tantissimi territori provinciali e regionali, e stralciato dalla maggioranza Fugatti in Consiglio provinciale dall’ultima manovra di assestamento di bilancio.
Speriamo che finita la campagna elettorale e sistemate le poltrone della prossima giunta, dei prossimi assessori, consiglieri provinciali e presidenti delle società provinciali qualunque colore avranno, non si ritorni al silenzio tombale e soprattutto all’immobilismo su questo tema che potrebbe essere, come nel passato, anche in Trentino, una formidabile leva di sviluppo sociale, ambientale ed economico.

 

Scarica il pdf: IL T casa 070923