Casa. Urgente un nuovo piano di politiche abitative.
Cgil Cisl Uil critici sul criterio dei dieci anni di residenza: la soluzione non è tagliare fuori le famiglie extracomunitarie, ma investire su nuove abitazioni pubbliche. L’assessora ci incontri
Non è tagliando fuori le famiglie extracomunitarie dalle graduatorie per il sostegno al canone d’affitto e dalle graduatorie Itea che si risolve il fabbisogno abitativo dei trentini. Per Cgil Cisl Uil del Trentino l’unica strada per dare risposte ai cittadini è avviare una coraggiosa politica della casa, investendo sulla nuova costruzione di alloggi pubblici e sulla ristrutturazione del patrimonio esistente. Questioni, invece, su cui la giunta provinciale non apre nemmeno il confronto, come denunciano i tre segretari Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti. “Sono passati dei mesi da quando abbiamo chiesto un incontro formale con l’assessora Segnana su questi temi e ad oggi non abbiamo ottenuto alcun riscontro”, sottolineano, chiedendo ancora alla titolare della delega sulle politiche abitative di aprire un confronto partendo dagli ultimi dati relativi alle domande raccolte fino a questo momento per la casa Itea e l’integrazione al canone. “E’ solo partendo dai numeri reali che si può quantificare l’impatto della stretta imposta dalla giunta Fugatti sui criteri di residenza, che ha prodotto qualche risparmio per la cassa della Provincia, non ha dato risposte ai trentini che hanno bisogno di una casa e ha escluso le famiglie non comunitarie. Un bilancio in cui c’è poco da vantarsi”.
Cgil Cisl Uil rilanciano anche la proposta dell’Osservatorio sulle politiche abitative. “Doveva rappresentare il primo punto di partenza per avviare una riflessione costruttiva e oggettiva sulle politiche abitative, ma non è stato ancora avviato alcunché. Sollecitiamo nuovamente assessorato e Itea a prendere in mano questa partita, aprendo un confronto con le parti sindacali nel tentativo di costruire insieme risposte efficaci e non solo di mera propaganda”.
I tre sindacati intervengono infine sul canone moderato, “risposta importante” per rispondere al fabbisogno abitativo di tanti cittadini che non trova sul libero mercato soluzioni accessibili, ma hanno un reddito sopra le soglie del canone sociale. “E’ opportuno investire con determinazione anche su questo fronte, invece non sappiamo se è stata rinnovata la convenzione con le finanziarie per portare a termine il piano triennale di housing sociale”, concludono i segretari.
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