Trentino, Il T – 25 novembre 2022
Case introvabili, l’allarme dei sindacati
RIVA DEL GARDA. I riflessi della crisi economica scatenata dalla speculazione internazionale e dalla guerra in Ucraina su aziende e famiglie, sono stati al centro di un confronto oggi tra la comunità di Valle Alto Garda e Ledro e i sindacati confederati: Cgil, Cisl e Uil. All’incontro hanno partecipato il presidente Claudio Mimiola, alcuni assessori e sindaci del territorio e i tre segretari provinciali, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti. Forte la preoccupazione per l’attivazione della cassa integrazione nelle maggiori aziende cartarie e chimiche del Basso Sarca e per le conseguenze che questo comporta sulla tenuta dei redditi delle famiglie già messe in forte difficoltà all’impennata dei prezzi. «La cassa integrazione riduce anche della metà lo stipendio fanno notare i sindacati -. Per questa ragione abbiamo chiesto alla Provincia di aumentare l’integrazione di 1,5 euro e di ridurre la soglia minima di 300 giornate per usufruire del sostegno provinciale, così da ampliare la platea e venire incontro alle lavoratrici e ai lavoratori». Ma servono anche misure per sostenere le imprese. «È ora di mettere in campo una politica industriale che sostenga le aziende ad investire per innovare e per posizionarsi anche su mercati nuovi. La crisi non sarà di breve durata: bisogna mettere le basi per guardare al futuro». Preoccupa anche l’effetto che le nuove regole sul 110% avranno sull’edilizia. «È importante che anche la Comunità di Valle solleciti la Provincia con interventi che spingano imprese e famiglie a rinnovare il patrimonio edilizio in chiave sostenibile e ad investire su fonti energetiche rinnovabili. Questo sosterrebbe il comparto delle costruzioni e nello stesso tempo spingerebbe la transizione verde del nostro territorio”. Infine il tema spinoso dei sostegni alle famiglie trentine sulla casa («serve che in Itea entrino anche i sindaci» hanno ribadito i sindacati) e contro il caro bollette. A questo proposito Cgil Cisl Uil hanno ribadito l’opportunità di adottare in Trentino criteri analoghi a quelli nazionali, cioè basati sull’Isee, per mettere in campo misure più eque, che aiutino prioritariamente chi ha più bisogno.
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