23 marzo 2019 – Trentino, Corriere del Trentino
Caso Sandoz, la Pulicenter in stato di agitazione.
La decisione dei dipendenti. Blocco immediato degli straordinari e di ogni forma di flessibilità «L’azienda non è in grado di dare informazioni sui riflessi sull’organico con i volumi futuri»
L’assemblea dei lavoratori della Pulicenter Sas di Marco ha dato mandati alla sua rappresentanza sindacale unitaria di proclamare lo stato di agitazione: a partire da ieri pertanto è in vigore il blocco degli straordinari e di ogni forma di flessibilità. È la reazione dei circa sessanta dipendenti di Pulicenter all’impossibilità «di avere informazioni certe riguardanti i futuri volumi dell’attività svolta dal personale Pulicenter in appalto della società Sandoz e i possibili riflessi sull’organico» spiega la lettera firmata dal segretario provinciale Uiltec Osvaldo Angiolini indirizzata all’azienda e all’Associazione Artigiani.
La parte più debole. Non c’è dubbio che i sessanta dipendenti della Pulicenter rappresentino nella vicenda la parte più esposta al rischio di perdere il lavoro: tutti i lavoratori della ditta di Marco sono impiegati all’interno dello stabilimento Sandoz. È evidente che avendo deciso il colosso farmaceutico di convertire nell’arco del prossimo anno gli impianti produttivi per prepararli a sintetizzare nuovi principi attivi -una scelta strategica obbligata, dato che a Sandoz è venuta meno una grossa commessa di Tiamulina facendo appello alle proprie risorse interne, chi è candidato a subire gli effetti di questa delicata fase sono proprio i lavoratori della Pulicenter, che lavorano da otto anni alla Sandoz. Nel dettaglio, circa quaranta vengono impiegati sugli impianti produttivi mentre la ventina residua si occupa di vari servizi, dalla manutenzione alla logistica. Sandoz ha spiegato di non voler stracciare il contratto con Pulicenter (i cui dipendenti hanno comunque lavoro assicurato fino alla scadenza di dicembre), ma la ridefinizione dell’appalto verrà quasi di sicuro “dimagrita” rispetto all’organico attuale. I lavoratori ora cercano di fare pressione sulla propria ditta.
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