12 novembre 2020 – Corriere del Trentino

«Cedere le quote di Mediocredito?Sì, ma attendo il progetto di Fugatti» Kompatscher sulla volontà di Trento di rilevare le azioni. «Pronti a collaborare»

BOLZANO I soldi ci sono, il progetto non ancora. «So che c’è la volontà di rilevare le nostre quote in Mediocredito, ma sono ancora in attesa di una proposta specifica da Maurizio Fugatti» spiega Arno Kompatscher. Quote che il presidente dell’Alto Adige è ben disponibile a cedere all’omologo trentino che nella manovra triennale di bilancio provinciale ha inserito 22 milioni per interventi nel credito locale, somma che piazza Dante intende investire per portare piedi e testa di Mediocredito in Trentino, rendendolo fulcro di un rinnovato sistema territoriale. «Fugatti mi ha chiesto tempo proprio per definire un progetto di banca del territorio — argomenta Kompatscher —. Noi abbiamo già dichiarato la nostra disponibilità a uscire dalla compagine azionaria, ma attendiamo la proposta con spirito di leale collaborazione istituzionale».
Insomma, l’operazione non sarà questione di giorni, anche perché il progetto di rilancio di Mediocredito ha ambizioni di prospettiva. Ed è questo l’aspetto che persuade Walter Alotti, convinto serva un soggetto con queste caratteristiche, dopo che Cassa Centrale Banca (Ccb) è divenuto player nazionale, come referente del sistema del credito cooperativo italiano in competizione la centrale romana Iccrea.
«Fondamentale avere un istituto vocato al territorio — sostiene il segretario generale Uil Trentino — e il provvedimento che va in questa direzione è l’unica novità strategica nel progetto di bilancio triennale della nostra Provincia che, così, diventerà socio di maggioranza e avrà la regia». Una regia politico-istituzionale che dovrà divenire elemento di coesione. «Sarà una bella prova del nove per la nostra imprenditoria locale — sostiene Alotti — ma mi auguro divenga opportunità pure per un diffuso azionariato popolare, con i trentini incentivati a conferire i propri risparmi per sostenere investimenti nel proprio territorio». Una sfida che si caricherebbe di significati ulteriori, se si imboccasse l’uscita dall’emergenza sanitaria.
«In Alto Adige abbiamo un forte sistema bancario vocato al territorio» riprende Kompatscher, riferendosi alla terna Raiffeisen, Sparkasse, Volksbank e comprendendo le ragioni dell’iniziativa trentina che inizia a profilarsi nel 2017. Allora Kompatscher siglò un primo accordo di cessione con Ugo Rossi, all’epoca presidente del Trentino. Mediocredito potrebbe mantenere una sostanziale proprietà pubblica perché vocata allo sviluppo del territorio, prima ancora che all’esigenza, propria del capitalismo privato, di assicurare i massimi profitti agli azionisti.
Mediocredito fu fondato nel 1952, su spinta politica della Dc di Alcide De Gasperi, con lo scopo di promuovere lo sviluppo delle attività produttive del territorio, concedendo credito a piccole e medie imprese. A rendere peculiare il soggetto trentino, la presenza importante del socio pubblico locale, attraverso la Regione. Turismo, impianti a fune, sostegno all’agricoltura furono e sono in parte tutt’ora i settori chiave d’azione della banca destinata a tornare cassaforte della Provincia, dopo che la riforma bancaria del 1990 portò all’uscita dello Stato dall’azionariato e allo svincolamento dal territorio delle attività.

 

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